Marito cambia sesso
Il Comune di Bologna è intervenuto sulla vicenda di una coppia bolognese, sposata dal 2005 con nozze religiose e civili, in cui il marito ha cambiato sesso ed è diventato “moglie”. Così, da un matrimonio tra uomo e donna si è passati a un'unione tra due donne, che il Comune di Bologna è in difficoltà nel riconoscere. L'amministrazione comunale ha sottolineato che è la legge a imporre lo scioglimento del matrimonio, ma che malgrado ciò, «data la delicatezza della questione e la singolarità del caso in esame», ha richiesto «formale parere al Ministero dell'Interno, non procedendo all'immediata annotazione dello scioglimento». «Il Comune di Bologna - spiega una nota - tiene a precisare che esiste una disposizione del ministero degli Interni da cui è derivata l'intera vicenda. Il sig. A.B. ha ottenuto sentenza di rettificazione di sesso, mutando il suo sesso da maschile a femminile. Al momento della rettificazione, risultava regolarmente coniugata e coabitante con la moglie. A seguito della presentazione della sentenza di rettificazione di sesso, l'ufficiale dello stato civile ha provveduto a modificare le relative generalità sull'atto di nascita dell'interessato e a rilasciare (senza l'intervento di alcuna ordinanza da parte del tribunale) il nuovo documento di identità aggiornato». «Pur in assenza di una pronuncia di divorzio, il matrimonio secondo il Ministero dell'Interno - dice ancora il Comune - deve considerarsi sciolto per effetto della sola sentenza di rettificazione di sesso. L'ufficiale di anagrafe ha suggerito all'interessata la possibilità di scissione del relativo nucleo familiare e della relativa separata certificazione. Proposta che è stata accettata dall'interessata (persona che ha rettificato il sesso). Nulla tuttavia vieta che le due persone continuino a coabitare e risultare conviventi. Attualmente ai fini della certificazione anagrafica risultano due distinti nuclei familiari che possono anche essere, a norma di regolamento, riaggregati». In ogni caso, il Comune di Bologna «percorrerà le strade più adeguate per garantire, nel pieno rispetto delle leggi vigenti, il riconoscimento dei diritti civili di ogni cittadino bolognese: già nei giorni scorsi sindaco e vicesindaco hanno ribadito che è arrivato anche per l'Italia il momento in cui il Parlamento vari delle leggi che, in materia di diritti civili, colmino le differenze tra il nostro Paese e il resto d'Europa». La nuova “lei”, Alessandra Bernaroli, 38 anni, impiegata in Banca, dopo che il tribunale ha sancito il cambio di sesso, ha chiesto lo scorso novembre di modificare la carta d'identità all'anagrafe, ma, così facendo, si sarebbe configurato un matrimonio tra donne, perciò nello stato di famiglia le donne risultano di fatto separate, pur abitando nello stesso appartamento. Bernaroli ha definito il fatto «un abuso di ufficio» e un «falso materiale», che crea problemi, oltre che morali, di tipo fiscale, ad esempio sulla compilazione della denuncia dei redditi. Intanto, il Comitato provinciale Arcigay “Il Cassero” e Rete Lenford (la Rete nazionale di avvocati che si occupano della tutela giudiziaria delle persone omosessuali) hanno contattato Bernaroli per offrirle tutela legale gratuita.