Contrappasso
Willy Monteiro, i fratelli Bianchi: "Sputi nel piatto, chiodi nel dentifricio, calci in gola". Come li hanno ridotti in carcere
"Ci sputano nel piatto, ci chiamano infami": i fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne massacrato di botte a Colleferro un anno fa, si sarebbero lamentati della loro vita in carcere e avrebbero detto di avere paura. Intercettato dai carabinieri durante un colloquio con il fratello, Marco Bianchi, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe raccontato: "Una volta mi hanno messo un chiodo dentro il dentifricio. Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde".
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A lamentarsi dell'inferno in cella, però, non sono stati solo i due fratelli, ma anche Mario Pincarelli, pure lui in carcere per l'uccisione di Willy. Al padre, durante un colloquio, avrebbe detto: "Che ca**o mi frega a me che mi picchiano". Il ragazzo, infatti, ha raccontato che alcuni detenuti gli avrebbero urlato di impiccarsi e che lui avrebbe anche pensato di farlo.
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Intanto, il processo per l'omicidio del 21enne di Colleferro va avanti. Nelle scorse udienze sono stati ascoltati i vari testimoni che hanno assistito al massacro. Tra questi anche un amico di Willy, che la notte tra il 5 e il 6 settembre era insieme a lui in piazza Oberdan: "Dopo il primo calcio ho provato a soccorrerlo per portarlo via, ma appena ho provato ad afferrarlo mi è arrivato un calcio alla gola. Ho alzato anche le mani. Lui mentre era a terra veniva picchiato e ogni volta che provava a rialzarsi continuavano a picchiarlo con calci e pugni".
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