Bersani: "Dialogo, non inciuci"

Silvia Tironi

Laparola d’ordine è “confronto”, non di certo “inciucio”. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani conferma l'aperturadi Massimo D'Alema, che aveva approfittato dell'assist di Tremonti sul dialogotra maggioranza e opposizione sulle riforme (sul Corriere della Sera l’ex premier aveva affermato che alcunicompromessi possono essere utili al Paese), ma frena:“Siamo in un partito, non in unacaserma". Quindi aggiunge: "Secondo le sensibilità ci sono variazionisul tema. Ma la linea è questa: niente leggi ad personam, confronto trasparentein parlamento e nelle commissioni". Poi il segretario chiarisce ilconcetto: "Il Pd non è disponibile a votare leggi ad personam, acominciare dal processo breve e dal legittimo impedimento così com’è e, ingenerale, dice no agli inciuci". Bersaniribadisce ancora una volta la sua scarsa simpatia per la parola “dialogo”, inquanto è “malatae non ci fa capire, tanto meno mi piace inciucio, ovviamente. Preferisco parolecome confronto, accordo, disaccordo, nella trasparenza e nella chiarezza".Quanto alle riforme, Bersani precisa che “il posto giusto è il parlamento eormai dovrebbe essere chiaro che noi non solo ci stiamo a confrontarci sulleriforme, ma chiediamo che questo Paese si dia le riforme. Aggiungo - scherza -che a Natale è giusto che giri un po' di zucchero, ma poi viene la Befana e se il parlamentofosse invaso da leggi ad personam sarebbe obiettivamente difficile discutere.Questa è un’assunzione di responsabilità che governo e maggioranza devonoprendersi, sapendo che noi siamo contro le leggi fatte per una persona sola esiamo invece pronti a discutere di riforme istituzionali, costituzionali,parlamento, funzioni del governo. Noi aggiungiamo una legge sui partiti. Mafatemi dire, perché se ne parla poco, anche di riforme sociali. Per noi unbellissimo segnale di distensione sarebbe discutere insieme su una normativasul mercato del lavoro dei giovani, così come per noi sarebbe interessantissimomettere mano alla prospettiva del sistema pensionistico per le nuovegenerazioni". E sulla possibilità di un vertice tra lei e Berlusconi? “Nonc'è bisogno di alcun vertice per parlare di riforme - smentisce Bersani -perché la sede naturale per parlarne è il Parlamento. Noi siamo pronti aguardare con civiltà a d un confronto, ma siamo anche fermi nelle nostre idee».Non c'è bisogno di diplomazie particolari, facciamo le cose alla luce del sole.C'è troppo 'sospettismo' in giro. 'Sospettismo' che deriva dalle riforme maiavviate, da processi mai conclusi”. Didialogo, confronto eccetera eccetera con il governo il leader del Italia deiValori Antonio Di Pietro non vuole proprio saperne. Lui, il Tonino furioso,questa maggioranza la vede solo come fumo negli occhi, qualcosa insomma di cuinon ci si può assolutamente fidare: perché a detta sua “l’unico obiettivo delcentrodestra sul fronte delle riforme è quello di garantire l’impunità a SilvioBerlusconi. A questo punto spero che tutto il fronte dell’opposizione abbiacapito quali riforme hanno in mente Berlusconi e la sua maggioranza. Altro cheriforme. Sono i soliti provvedimenti ad personam, confezionati ad arte persalvaguardare Berlusconi dai suoi guai giudiziari. Infatti, il centrodestra haannunciato che presenterà a breve un nuovo lodo Alfano, che va di pari passocon il legittimo impedimento e il processo breve. Ormai è chiaro a tutti -aggiunge - che quando il Pdl parla di riforme ha solo un obiettivo: l’impunitàdel presidente del Consiglio e per ottenerla chiede addirittura la complicitàdell’opposizione. Mi auguro che nessuno caschi in questo ennesimotranello". MaBersani sceglie una linea più morbida: “Non è questione di fidarsi o meno - replicaBersani - così non si va da nessuna parte. L'unica nostra chance è lachiarezza: se già Nilde Iotti parlava di riforme istituzionali nel '79 vuoldire che chi ha a cuore la democrazia deve combattere con gli strumenti che cisono: il Parlamento e il referendum”.