Atto di solidarietà per il lavoro
Il Consiglio provinciale di Chieti, riunitosi oggi al teatro comunale di Atessa, ha adottato all'unanimità un documento per favorire lo sviluppo ed il lavoro nel territorio. Alla seduta hanno preso parte i rappresentanti della Giunta regionale, parlamentari, sindacati. Sulla pesante crisi di lavoro e occupazione la maggioranza di centrodestra e l'opposizione di centrosinistra hanno sottoscritto un documento unico che impegna il presidente Enrico Di Giuseppantonio e la Giunta provinciale «a portare avanti un patto di solidarietà con gli altri enti locali, imprese e parti sociali». L'atto fa quindi riferimento a un osservatorio permanente con il compito di monitorare l'andamento dell'economia del territorio e proporre soluzioni condivise, studiando forme di sostegno per chi ha perso il lavoro a causa della crisi, e fornire canali agevolati per il reimpiego. Il documento propone anche la possibilità di creare un coordinamento fra i tre Patti Territoriali Provinciali (Chietino-Ortonese, Sangro Aventino, Trigno-Sinello), unitamente a Sviluppo Italia, per sviluppare azioni volte ad attrarre nuovi investimenti ed imprese nel territorio abruzzese. Inoltre, si punterà a promuovere un accordo con il sistema bancario locale, con programmi mirati di consolidamento dei debiti, ricapitalizzazioni e facilitazione di accesso al credito, e infine a verificare la possibilità di reperire fondi, chiedendo al Governo nazionale e alla Regione Abruzzo programmi di incentivi per lo sviluppo delle imprese. «L'odierna solenne riunione - ha spiegato Di Giuseppantonio - vuole essere testimonianza dello sforzo di tutte le forze politiche che rappresentano i cittadini della Provincia a lavorare insieme per alleviare i tanti problemi e le difficili situazioni che la nostra economia attraversa. Il Consiglio provinciale ha saputo dare innanzitutto prova di unità d'intenti e credo che questo sia uno dei risultati più importanti, al fine di concretizzare l'idea di un nuovo patto di solidarietà per l'occupazione, che deve essere stretto dalle istituzioni con i lavoratori, le rappresentanze sindacali e gli imprenditori».