Il caso
Morte David Rossi, "un gesto annunciato": nero su bianco, l'ultimo clamoroso ribaltone
Questa settimana sono iniziate, alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi, le audizioni dei giornalisti che si sono occupati del caso. Rossi, manager del Monte dei Paschi di Siena, è precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013, a qualche giorno di distanza dall'inizio dello tsunami giudiziario che ha coinvolto il "Babbo Monte", per usare un'espressione che, in Toscana, non lascia adito a dubbi: si riferisce alla banca senese. Lui non era nemmeno indagato, ma la Guardia di Finanza aveva appena finito di perquisire il suo ufficio, la sua casa e persino la sua auto.
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DIBATTITO - Quel tragico evento di ormai nove anni fa non è mai stato del tutto chiarito. Ci sono state delle inchieste della procura, almeno due indagini ufficiali e ben tre giudici che l'han messo nero su bianco: si tratta di suicidio. E però è pure iniziato un dibattito infinito, ed è venuta a galla una serie di dettagli considerati contraddittori rispetto alla versione ufficiale. Tanto che, lcome detto, in Parlamento si è creata una Commissione apposita, nata anche dal desiderio della famiglia di capire cosa sia davvero successo. Tra i giornalisti che han seguito, fin dall'inizio, la vicenda c'è Raffaele Ascheri: uno che a Siena non si risparmia, che parla pane al pane e lo fa di lavoro, quello di sviscerare le storie nelle quale incappa.
Ascheri ha pubblicato in questi giorni un libro ("Cronaca di un suicidio (annunciato): il caso David Rossi", edizioni Cantagalli, 256 pagine, 20 euro) che dà ragione alla ricostruzione della magistratura: nessun omicidio, sostiene, in uno dei momenti più difficili della sua esistenza, Rossi, purtroppo, ha deciso di togliersi la vita, schiacciato dall'affaire Mps che stava per cambiare (e per sempre) la sua città e la suastessa vita. Nelle pagine di Ascheri ci si imbatte, per esempio, nella testimonianza di Carla Lucia Ciani, "coach" aziendale per l'istituto bancario senese, che ha incontrato il manager proprio la mattina della sua morte, qualche ora prima di quel volo fatale su Banchi di Sopra. «Aveva continuamente l'occhio al telefono - dice la donna, ripresa poi parola per parola nel testo scritto, - mi disse che era preoccupato per la moglie che aveva problemi di salute. (...) Ha manifestato una situazione di ansia derivante dalla perquisizione da lui subita in un contesto già problematico: disse che questa cosa per lui rappresentava un dramma; disse che era un momento in cui gli stava cadendo addosso il mondo perché c'erano tante cose che gli erano accadute lo stesso momento: la morte del padre; la crisi del Monte; lo stato di salute della moglie; le perquisizioni subite. Sentiva dentro una serie di situazioni negative che non riusciva a gestire». Dichiarazione che secondo Ascheri rappresenta «testimonianza insuperabile», ma «letteralmente eradicata dalla narrazione mediatica dominante».
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MISTERO COSTRUITO - Ancora: la consulenza affidata dalla famiglia Rossi alla professoressa Liliana Loreddu, direttrice della Clinica psichiatrica di Sassari, sottolinea come «il suicidio avvenuto sul luogo di lavoro» sia un «elemento pressoché patognomonico dei suicidi stress-lavoro», come a dire l'ambiente non è casuale. Poi c'è il mistero dell'orologio di Rossi che secondo alcuni sarebbe ruzzolato giù dalla finestra venti minuti dopo la morte del manager. «Nessuno potrebbe ragionevolmente capirne il perché» scrive Ascheri, tanto più che nei video ripresi dalle autorità non si nota «alcun orologio in caduta, ma unicamente luccichii in corrispondenza del selciato del vicolo reso brillante dalla pioggia». In Parlamento le audizioni continueranno almeno sino al 29 luglio, prima di sospendere i lavori per riprendere a settembre.