Il delitto
Chiara Gualzetti, confessa il ragazzo che l'ha uccisa: "Ho sentito una spinta superiore"
Il ragazzo fermato con l'accusa di aver ucciso Chiara Gualzetti, di 16 anni, a Monteveglio, nel Bolognese, è un coetaneo italiano. Il giovane, durante un lungo interrogatorio, ha confessato il delitto e ha detto di averla ammazzata sulla base di "una spinta superiore", una specie di voce interiore che gli ha ordinato di ucciderla.
Il corpo della ragazza che era scomparsa domenica 27 giugno da casa presentava ferite da taglio e altre lesioni. L'ipotesi d'accusa formulata dalla Procura per i minorenni di Bologna nei confronti del giovane è di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che la vittima aveva meno di 18 anni. Gli inquirenti, coordinati dalla procuratrice Silvia Marzocchi e dal pm Simone Purgato, hanno elementi che gli fanno credere che il ragazzo avesse pianificato il delitto, dando appuntamento alla ragazza con l'intenzione di ucciderla e portando con sé un coltello che poi è stato ritrovato.
Il sedicenne, nell'interrogatorio avvenuto durante la notte ha confessato e ricostruito in maniera lucida e precisa il delitto, ma sul movente ha dato spiegazioni poco comprensibili. Ha detto di aver agito sulla base di una spinta superiore e che la vittima gli aveva espresso il desiderio di morire. Inoltre ci sarebbe stato da parte di Chiara un interesse sentimentale nei suoi confronti, forse non corrisposto. Il racconto è al vaglio della Procura per i minorenni di Bologna, che sta valutando un accertamento psichiatrico.
"Il mio assistito è molto scosso e si è messo a piena disposizione. Capiamo il dolore della famiglia. Che è il dolore di due famiglie", ha detto l'avvocato Tania Fonzari, difensore di fiducia del ragazzo fermato nella notte.