Dietro le quinte

Il generale Figliuolo ha commissariato Speranza. Retroscena: "AstraZeneca e vaccini, così ha imposto il dietrofront a Draghi"

Mario Draghi ha cambiato passo rispetto al diktat di Roberto Speranza che voleva lasciare l'uso di AstraZeneca a chi ha più di sessanta anni e di rendere tassativo l'utilizzo di Pfizer e Moderna per la seconda dose a chi i sessanta anni non li ha ancora. E così il ministro della Salute è costretto alla marcia indietro. E quindi il mix vaccinale tra la prima e la seconda dose non sarà più obbligatorio, ma fortemente consigliato.  E una forte contrarietà, rivela il Corriere della Sera, era maturata anche nella squadra del generale Francesco Paolo Figliuolo.

 

 

Il ragionamento era che se non esiste un obbligo di fare i vaccini, se la nostra Costituzione prevede la libertà di scelta in tema di salute, l'unica indicazione possibile era "su consiglio medico".  Ed è stato il tema della vaccinazione eterologa che ha tenuto banco in questi giorni nelle famiglie italiane e ha diviso la comunità scientifica. L'Ema, l'agenzia europea del farmaco, dice di non avere ancora dati sufficienti per ritenere sicuro il mix vaccinale. Il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, sostiene invece che gli studi fatti siano soddisfacenti mentre la presidente della Commissione tecnico scientifica della stessa Aifa, Patrizia Popoli, ritiene che per l'eterologa non ci sia un campione sperimentale abbastanza ampio.

 

 

Mario Draghi, che ha superato i sessant' anni e che come prima dose ha usato AstraZeneca farà il mix vaccinale, perché non ha maturato sufficienti anticorpi e l'eterologa è capace di moltiplicarli. Proprio secondo quanto hanno rivelato recenti studi. Una scelta che aiuta a rassicurare i cittadini sull'uso dei vaccini e che fa riflettere anche le persone sul livello di protezione raggiunto con la prima dose.