Una scuola elimina il Natale

Monica Rizzello

Il ministro Gelmini proprio non ci sta. Perché Cremona è stata la città che l'ha vista liceale, e sapere che in una delle sue scuole elementari la festa del Santo Natale è stata abolita non le va giù. Come non le va giù che sia stata sostituita da una generica e pacifista "festa delle luci". Così il ministro dell'Istruzione parla chiaro: «Non si crea integrazione e non la si aiuta eliminando la nostra storia e la nostra identità. In particolare il Natale contiene un messaggio di fratellanza universale. Quindi è un simbolo che non divide ma unisce». E commentando ancora la decisione dei docenti, dice: «Una scelta da me non condivisa e che non trovo utile, pur nel rispetto dell'autonomia di ogni singola scuola». Lunedì prossimo i bambini della scuola elementare statale Manzoni di Cremona canteranno infatti il Funga Alafia, un saluto che arriva dal Ghana, tenendo in mano un lumino e disponendosi a semicerchio per raffigurare un simbolo di pace. Anche se dalla scuola in questione giungono a Libero delle smentite, sul canto. "Sono anni che lo rpopongono, ma la tonalità è troppo alta e i bimbi non ce la fanno". Ma resta comunque "la Festa delle luci", la festa che da qualche anno ha sostituito quella di Natale. E non solo a Cremona, ma in altre scuole italiane.  E a spiegare la multiculturale decisione, c'è il maestro Eriberto Mazzotti: «Lo abbiamo deciso noi insegnanti insieme, d'intesa con i genitori e senza mai che ci fossero rimostranze. Corrisponde alla nostra idea di ospitalità. Siamo una scuola interculturale. Abbiamo pensato alla Festa delle luci per non urtare le altre culture, senza comunque rinnegare il Natale». Sembra in effetti che all'ingresso delle due sedi della scuola sia stato approntato un piccolo e timido presepe, ma questo non basta ad alcune mamme, che comunque commentano: «Bisognerebbe chiamarla Festa di Natale. Punto. Il Natale appartiene alla nostra storia e alla nostra tradizione, senza per questo voler chiudere la porta alle altre culture». Per il ministro leghista delle PoliticheAgricole, Luca Zaia, è "un altro harakiri culturale perpetratoda un finto educatore sulla pelle dei nostri bambinì". Molte riserve sono state avanzate dall'assessore alle Politiche educative, il leghista Jane Alquati: «Credo che il crocifisso, il presepe e il Natale siano simboli importantissimi.La simbologia e la nostra identità sono elementi di crescita che vanno salvaguardati».  E in altre scuole cremonesi, di fatti, va in scena il presepe. Come alla BiancaMaria Visconti, la seconda scuola elementare con la più alta percentuale distranieri della città. Presepe e stella di Natale in tutte le aule.Perché è quel Bambinello che nasce nella grotta duemila anni fa che oggi permette di accogliere tutti. E suquesto, non c'è Sulla vicenda, comunque, prende posizione anche la Chiesa, con don Alberto Franzini, teologo, membro del Consiglio presbiterale diocesano e parroco del Duomo di Casalmaggiore: «In una società multietnica devono esserci la conoscenza e il dialogo tra culture e identità diverse. Non è però azzerando la propria identità che si può onorare il dialogo interculturale e religioso. Questo atteggiamento in termini psicologici si chiama perdita dell'autostima. Ed è una malattia da curare».