Giudice fa autoerotismo
È stato condannato dalla sezione disciplinare del Csmalla sanzione della censura, il magistrato che avrebbe compiuto atti diautoerotismo davanti a suoi collaboratori. Si tratta del giudice del tribunaledi Venezia Alberto Scaramuzza, che, all'epoca dei fatti contestati, due annifa, era in servizio al tribunale di Udine. Secondo l'accusa il magistrato avrebbe«abitualmente» compiuto atti «gravemente scorretti nei confronti di persone, conle quali aveva rapporti nell'ambito dell'ufficio», in «più occasioni» alla loropresenza «ha introdotto la mano nei pantaloni, agitandola energicamenteall'altezza del pube». Il 17 novembre di due anni fa due collaboratrici che, avevanoassistito al gesto del magistrato, «sconvolte, avendo percepito ilcomportamento del dott. Scaramuzza come un atto di autoerotismo», si eranoprima rifugiate, inseguite dal magistrato, nell'ufficio della dirigente dellacancelleria e poi nella loro stanza. La vicenda è stata al centro di un'indagine penale,che si è conclusa con l'archiviazione, perché si è ritenuto che ilcomportamento del giudice fosse stato equivocato e dovuto a un'allergia, ma ilCsm ha ritenuto il magistrato colpevole, condannandolo con la sanzionedisciplinare della censura.