Lapidazione e barbarie
Saman Abbas, le intercettazioni-choc: "Smette di essere musulmana? Sepolta viva fino alla testa e uccisa a sassate"
La vicenda della sparizione di Saman Abbas, la ragazza 18enne originaria dal Pakistan, scomparsa da oltre un mese a Novellara in provincia di Reggio Emilia, assume sempre più nettamente i contorni di un brutale omicidio. Nelle intercettazioni dei familiari emerse dall'ordinanza di applicazione coercitiva nei confronti dello zio, dei genitori e dei cugini della ragazza e pubblicate dalla Nazione, emergono infatti nuovi dettagli che spingono sempre di più gli inquirenti a pensare che dietro alla scomparsa ci siano i familiari. E comunque di "scomparsa" si è ancora costretti a parlare, perché il corpo della giovane Saman non è ancora stato ritrovato. Ma le frasi pronunciate dai familiari lasciano intendere purtroppo una tragica fine della giovane Saman. "Quando una ragazza smette di essere musulmana viene uccisa tramite lapidazione": questa solo una delle frasi emerse dall'ordinanza.
A novembre del 2020, la ragazza era scappata da casa per trovare rifugio in una comunità. Alla base di questa decisione ci sarebbe stato il rifiuto di voler sposare suo cugino, in un matrimonio combinato dai suoi genitori. Arrivata in Italia, Saman ha iniziato a sentirsi sempre più vicina alla cultura occidentale, piuttosto che quella musulmana. I familiari non sopportavano il fatto che la figlia non rispettasse il Ramadan, avesse iniziato a truccarsi e a comportarsi come qualsiasi altra ragazza della sua età. Poi il matrimonio combinato alle spalle della ragazza e la fuga di Saman che era diventata persino "vittima di violenze e coercizioni da parte del padre".
Lo stile di vita poco "ortodosso" della ragazza era visto di cattivo occhio da parte dei familiari, in particolare del padre: "Indubbiamente che nella famiglia della giovane, la irrequietezza e inosservanza dei precetti tradizionali e religiosi fosse vissuta come estremamente problematica e offensiva dell'onore famigliare", recita un estratto dell'ordinanza. A confermare le ipotesi degli inquirenti anche la posizione del fratello minore (16 anni) di Saman che, intercettato, afferma: "Nella nostra cultura, va bene quando una ragazza scappa di casa, ma quando smette di essere musulmana lei viene uccisa". E ancora: "Lei era musulmana, ma non si comportava come tale".
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Il 16 enne ha poi raccontato un episodio che fa accapponare la pelle e che porta gli investigatori a pensare che Saman non sia purtroppo più in vita: "Nel nostro Corano c'è scritto che se uno smette di essere musulmano, deve essere sepolta viva con la testa fuori dalla terra e poi uccisa con lancio di sassi contro la testa. In Pakistan viene fatto - sostiene il ragazzo -. Nel Corano è scritto così, ma io non l'ho mai visto. Tutti i miei parenti mi raccontano queste cose".
Le tracce portano tutte allo zio di Saman. Danish Hasnain, ricercato in tutta Europa. La ragazza non sarebbe stata lapidata, ma strangolata, secondo quanto emerge dalle dichiarazioni del fratello: "Secondo me l'ha uccisa strangolandola, perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano". Oltre allo zio, sono al centro delle indagini anche i genitori di Saman, Sahabbar Abbas e Nazia Shaheen, e i suoi due cugini.
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