Il caso
Loggia Ungheria, indagato il pm Paolo Storari che consegnò i verbali secretati di Amara a Piercamillo Davigo
Quei verbali con le rivelazioni di Piero Amara sulla Loggia Ungheria erano secretati e non potevano uscire dalla Procura di Milano. Per questo il pm Paolo Storari, tra i titolari dell'inchiesta, è ora indagato per rivelazione di segreto d'ufficio, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Il pm ha infatti consegnato quei verbali nell'aprile 2020 al consigliere del Consiglio superiore della magistratura Piercamillo Davigo, e appunto non avrebbe potuto farlo.
Storari sarà quindi interrogato nei prossimi giorni, ma prima di lui, oggi 5 maggio, il procuratore di Roma Michele Prestipino ascolterà come testimone lo stesso Davigo. L'ex magistrato di Mani pulito dovrà spiegare perché decise di prendere quei verbali riservatissimi, e perché in un secondo momento decise di trattare la vicenda in modo solo informale all'interno del Csm parlandone con il vicepresidente Ermini, con il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi e poi con altri consiglieri. E non solo. Davigo dovrà chiarire in che modo decise di custodirli, visto che a partire da ottobre, dopo aver lasciato il Csm per via del pensionamento, copie di quegli atti furono spediti a due quotidiani e al consigliere Nino Di Matteo, accompagnate da lettere che accusavano gli inquirenti milanesi di non voler svolgere indagini. Anche perché il sospetto è che a veicolarli sia stata la sua segretaria Marcella Contrafatto, indagata dai pm di Roma per calunnia.
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Sulla vicenda ci sono tre fascicolo. La Procura di Brescia ha deciso di avviare accertamenti su ciò che è accaduto tra Storari e il suo capo, il procuratore di Milano Francesco Greco, mentre Perugia indaga su quanto raccontato dall'avvocato Piero Amara e sui componenti di questa loggia massonica. Le sue dichiarazioni infatti vanno prese con le pinze: Amara ha raccontato di avere una lista di 40 nomi di appartenenti alla congregazione massonica, ma pur essendo stato interrogato oltre dieci volte, non l'ha mai consegnata agli inquirenti.
Il primo interrogatorio di Amara a Milano risale al 9 dicembre 2019. In quell'occasione decide di parlare della Loggia Ungheria. Fa un elenco di nomi importanti: politici, magistrati, avvocati, imprenditori, vertici delle forze dell'ordine, "tutti ne fanno parte". Quindi Storari chiede a Greco di iscrivere nel registro degli indagati Amara e le persone chiamate in causa. Ma questo non accade e Storari di conseguenza decide di rivolgersi a Davigo. Sostiene che non vogliono approfondire e gli consegna i verbali di Amara nonostante siano secretati.
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Una delle tante domande è: Davigo parlò con la sua segretaria dell'esistenza di quei verbali? Oppure fu lei a trovarli nell'ufficio? E soprattutto, perché pochi giorni dopo il pensionamento di Davigo decise di mandarle ai giornali? Qualcuno la spinse a farlo? E poi, perché il plico fu recapitato anche a Nino Di Matteo? È vero, come sostiene Di Matteo, che l'obiettivo era rendere pubblico il fatto che nell'elenco dei presunti affiliati alla loggia ci fosse, secondo Amara, il consigliere del Csm Sebastiano Ardita, con cui Davigo aveva interrotto i rapporti?