Tragedia
Prato, terrificante incidente sul lavoro: Luana muore risucchiata da un rullo, neomamma straziata davanti alle colleghe
Luana D'Orazio, operaia di 23 anni, mamma di un bambino di 5, residente a Pistoia, è morta finendo intrappolata in un macchinario dell'azienda tessile in provincia di Prato dove lavorava. Una tragedia pazzesca, la giovane donna stava lavorando a un orditoio quando è rimasta agganciata al rullo venendo poi trascinata e risucchiata davanti alle colleghe. Accanto a lei c'era un altro collega, girato di spalle: quando si è voltato ha visto quello che era successo, ma ha riferito di "non aver udito grida di aiuto".
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L'allarme è scattato subito, sul posto arrivati oltre ai vigili, carabinieri e sanitari, ma i soccorsi sono risultati vani. Intervenuti anche i tecnici della Asl Toscana centro: hanno posto sotto sequestro macchinario e circostante area per la verifica dei dispositivi di sicurezza. La magistratura ha disposto l'autopsia. Giunto sul posto il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto anche il magistrato di turno e la squadra dei vigili del fuoco intervenuta per recuperare del corpo dopo che il pubblico ministero ha dato il nulla osta.
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"La notizia della morte di una giovane operaia, e madre di una bambina, è terribile. Esprimo solidarietà e vicinanza alla famiglia della donna. Questa tragedia ci sprona ulteriormente a impegnarci senza sosta per rendere più sicuri i luoghi di lavoro in tutta la Toscana e chiama ancora una volta alla responsabilità di tutti", commenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Per parte nostra non faremo venir meno la scelta di investire sui controlli, sulla prevenzione e sulla cultura diffusa della sicurezza. La sicurezza è un elemento fondante per una buona qualità della vita, per una società coesa e giusta, per la dignità del lavoro”.
"A 22 anni si ha una vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno progetti e sogni da realizzare. Morire ancora sul lavoro non è accettabile", dice Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil. "Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al lavoro e non fa più ritorno a casa. Certo poi ci sono le verifiche, le inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o monetizzare".