I testimoni

Ciro Grillo, l'omertà delle scuole di kite surf frequentata dalla ragazza. "Non ricordo", "no da noi no"

"Non è vero niente, una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kite-surf e denuncia dopo 8 giorni è strano", attaccava Beppe Grillo, nel suo video a difesa del figlio Ciro, accusato di aver violentato insieme ad altri tre amici una ragazza italo-svedese. E ora nelle scuole di kite surf di Porto Cervo nessuno vuole parlare. Julian Cheroni, 60 anni, italoargentino, responsabile della Wind Kite School, dice a La Repubblica. "Non saprei dire dove andasse questa ragazza a prendere lezioni. Non sapendo che faccia ha, come posso ricordarmi? E anche vedendola, boh... Può darsi che sia anche venuta da noi o magari no. Qui passano centinaia di persone, ho 8-10 istruttori, l'anno scorso avevamo solo 400 persone causa Covid, l'anno prima molte di più".

 

 

Non va meglio alla Rupis, scuola di kite vicina. Paco, il titolare, taglia corto: "No da noi no Forse alla Wind". Insomma, nessuno si sbottona, manco fosse un reato aver dato lezioni a una ragazza che è stata violentata. E pure dove c'è la casa del fondatore del Movimento 5 stelle, al Pevero Golf Club di Cala di Volpe, è calata l'omertà. "No, non è qua la casa", arriva a dire qualcuno. "Che cosa è successo?", fa lo gnorri qualcun altro. Ma tutti sanno. Sanno che la casa dove è avvenuto il festino di Ciro Grillo si affaccia sul campo da golf nel complesso esclusivo di Porto Cervo. Sanno soprattutto del festino. Il custode, Massimo, anche lui, non ha alcuna intenzione di proferire parola. "Oggi non è proprio giornata", dice girando immediatamente i tacchi. Quindi la moglie aggiunge: "Ci hanno detto che non possiamo parlare". Chi? "Eeeeeh".

 

Alla farmacia Nicolai, l'unica di Palau, la signora dietro il banco dice semplicemente: "Non confermiamo e non smentiamo. Sa quante donne vengono, d'estate, a acquistare la pillola del giorno dopo? Se sei maggiorenne la puoi comprare liberamente. Devi solo mostrare il documento di identità".