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Milano, la 48enne ha un tumore e chiede aiuto alla mamma biologica. Basta un esame de sangue ma lei rifiuta

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"Un comportamento disumano": così Daniela Molinari, 48 anni e malata di tumore, parla della mamma biologica che ha rifiutato di aiutarla con le cure. La donna, abbandonata poco dopo la nascita, ha scoperto di avere un tumore al seno tre anni fa. All’inizio non c'era tanta preoccupazione, poi la situazione è peggiorata. La signora Molinari vorrebbe provare adesso una cura sperimentale americana per la quale è necessaria la mappatura del codice genetico. "Mi serve quello della mamma biologica. Basta un prelievo di sangue, un tampone salivare, nulla di che, nella massima garanzia totale e assoluta dell’anonimato", ha spiegato la donna. La mamma, però, che l'ha abbandonata appena nata, rintracciata dal Tribunale dei Minori di Milano non ha voluto saperne.

 

 

 

Della sua mamma biologica, Daniela sa poco: "Ha settant’anni e abita in un piccolo paese in provincia di Como", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera. Nonostante questo, però, la 48enne ha fatto sapere di non odiare la madre: "Noi adottati, e insieme a noi i nostri genitori adottivi, impariamo una lezione: che non bisogna giudicare. Ho saputo che aveva vissuto una situazione di violenza...". E ancora: "Mia mamma biologica avrebbe anche potuto abortire, invece mi ha fatta nascere. Sono stata fortunata. Quando il Tribunale dei minori si è presentato a casa sua, lei ha detto che se l’aspettava. Aveva letto la Provincia di Como, che mi segue dall’inizio".

 

 

 

La Molinari, che per lavoro si occupa di ragazzi con disturbi psichici, ha raccontato anche che dopo l'esperienza in orfanotrofio con le suore, è stata adottata all'età di due anni da una coppia di Milano che non poteva avere figli. Parlando della sua vita, poi, ha spiegato di essersi laureata in Psicologia, affrontando un percorso per niente facile: "Con Psicologia dovevamo fare parecchia psicanalisi, per capire come funzionava la disciplina. Pormi nelle esercitazioni sia dalla parte del medico sia da quella del paziente mi ha permesso di elaborare un bel po’ di traumi".

 

 

 

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