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Vaccino, Silvio Garattini alle origini della psicosi: "Più probabile morire in una sciagura aerea"

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Silvio Garattini, il maestro della farmacologia in Italia, si è fatto intervistare da il Messaggero. Al centro della discussione l'importante nodo sui vaccini e il caos che si è scatenato in tutto il mondo. Garattini inizia esprimendo la sua opinione riguardo ai rari casi di trombosi che hanno portato al blocco della distribuzione dei lotti Johnson&Johnson: "E' sconfortante. In un momento delicato come questo, in cui serve accelerare il più possibile ovviamente in sicurezza il numero delle persone vaccinate, per un numero di casi infinitesimale e tutti da verificare di vaccini che possono aver dato qualche problema si rischia di mandare all' aria l'unica politica adatta a fermare il virus".

 

 

"Sei casi problematici su 7 milioni di vaccinati con Johnson&Johnson stanno scatenando una paura assolutamente sproporzionata. E che le autorità americane, in collegamento con l'Ema devono saper affrontare bene, sennò la psicosi cresce in maniera incontrollabile" avverte Silvio Garattini e aggiunge "Serve un'informazione capillare, meticolosa, continua, nel nostro Paese e in tutti gli altri, che dica sulla base dell'evidenza scientifica che i benefici dei vaccini sono immensamente maggiori rispetto alle criticità limitatissime che, come per ogni farmaco, compresa l' aspirina, anche i vaccini possono avere" prosegue Garattini "Ma lei lo sa che volare in aereo è cento volte più pericoloso rispetto ad assumere un vaccino testato e autorizzato dagli organi preposti? Lo sa che è più facile morire cadendo dal letto che prendendo un siero anti-Covid? Questa è la comunicazione giusta, e semplice, che bisogna fare".

 

 

"Bisogna in tutti i modi e con ogni canale spiegare al pubblico che nei vaccini bisogna avere fiducia e che i loro benefici sono infinitamente superiori ai rischi" rassicura il presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri "Il pasticcio che si è fatto con AstraZeneca deve valere da anti-modello da non ripetere con Johnson&Johnson. Già in Israele, in Inghilterra, negli Usa, abbiamo la riprova che questi vaccini funzionano. Il contagio in quei Paesi è diminuito molto e anche le ospedalizzazioni e il numero di morti. Il rischio qui da noi di una nuova ondata di sfiducia avrebbe conseguenze devastanti. Ripeto: 6 casi problematici su milioni e milioni di iniezioni sono quasi niente".

 

 

In conclusione, Garattini spiega anche il suo punto di vista sulle tanto agognate riaperture: "Tutti vogliamo le riaperture. Ma c' è il rischio una contraddizione. Non si fa che dire riaprire-riaprire-riaprire, ma nel frattempo molti dubitano dei vaccini. Come se non fossero la vera chiave per riaprire. Non si fa che invocare giustamente la ripartenza economica e sociale, ma senza la consapevolezza piena che sulla scienza si basa ogni possibilità di ritorno alla vita normale, si finisce per parlare un po' a vanvera. Restando fermi in una situazione che diventa ogni giorno di più insostenibile per le esistenze di noi tutti".

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