Colpevoli o innocenti?
Marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre devono pagare: quanti soldi andranno ai familiari dei pescatori indiani, cosa non torna
Il caso internazionale dei due marò italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre si chiuderà dopo 9 anni, pagando. Secondo Asia News, i giudici di Nuova Delhi avrebbero accettato di porre fine al dossier giudiziario relativo alla morte di due pescatori indiani avvenuta il 15 febbraio 2012 a causa, sostiene l'accusa, dei colpi partiti dai due fucilieri della marina in servizio sulla nave mercantile italiana Enrica Lexie. In cambio, però, le famiglie delle due vittime del peschereccio, Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, dovranno ricevere un bonifico di 100 milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro, come risarcimento per la perdita di vite umani, danni morali e materiali.
Leggi anche: Maria Giovanna Maglie sui Marò: "Otto anni di infamia targata Monti. E la sinistra li bollò come assassini"
Girone e Latorre, una settimana dopo il pagamento della somma (che si aggiunge ai 245mila euro già versati in passato dal governo italiano) torneranno in piena libertà. Dopo un lunghissimo contenzioso, con l'India che ha tenuto bloccati i due marò nell'ambasciata italiana a Nuova Delhi, di fatto prigionieri. intenzionata a processarli, solo nel luglio 2020 l'arbitrato internazionale ha stabilito che la giurisdizione del caso fosse italiano in quanto i due militari godevano dell'immunità funzionale.
Leggi anche: Marò, la soddisfazione di Giorgia Meloni: "Fratelli d'Italia, i primi a battersi per la giurisdizione italiana"
Restano comunque, come ricorda anche il Messaggero, ancora molti dubbi sulla responsabilità dei due italiani, su cui sta indagando la procura di Roma che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. A gravare sul conto di Girone e Latorre sono sostanzialmente le testimonianze degli altri pescatori presenti sulla St. Antony. La perizia balistica ha poi stabilito come i proiettili che hanno ucciso i due pescatori siano gli stessi in dotazione ai militari, ma l'autopsia assicura al contrario che i proiettili sarebbero di un altro tipo, e peraltro diversi tra loro e collegati ad armi con numero di matricola differente rispetto a quelle dei due marò.