Cosa non torna
Denise Pipitone, Chi l'ha visto? e la pista dei nomadi: "Le telefonate degli Ivanovic" e un video sconvolgente
Cade la pista russa, non quella dei nomadi. A Chi l'ha visto? Federica Sciarelli riprende in mano il cado di Denise Pipitone, nel giorno del tanto atteso verdetto su Olesya Rostova. La 20enne russa in cerca della madre biologica non è la piccola di 4 anni sparita a Mazara del Vallo nel 2004, il gruppo sanguigno è differente.
Denise, dunque, non è stata portata a Mosca e poi finita in un orfanotrofio. Ma la Sciarelli rimanda in onda un vecchio servizio, un documento sconvolgente che riaccende le polemiche sulle mancate ricerche e gli eventuali passi falsi in 16 anni di indagini. Un anziano audioleso, steso a letto, riconosce la foto della piccola Denise e spiega a gesti a una traduttrice di averla vista, in canottiera, infreddolita e coperta da una maglia. L'uomo vede la foto della bimba su un telefonino e si sbraccia, indicandola. Riconobbe la bambina dopo il rapimento, ricorda la Sciarelli, ma la testimonianza dell'uomo audioleso, oggi deceduto, non fu ammessa al processo.
Ed è rimasto un mistero anche un altro fatto emerso dall'inchiesta siciliana, seguita dalla Procura di Mazara: le telefonate al cellulare del padre da una utenza della famiglia Iovanovic. Le perquisizioni nel campo nomadi, però erano andate a vuoto. Proprio la tesi del rapimento della bimba ad opera di nomadi sembrava dare dei punti di contatto con la vicenda di Olesya, che sosteneva di avere ricordi di quando, bambina, era costretta a chiedere l'elemosina a Mosca con una mendicante nomade, prima di venire soccorsa da agenti delle forze dell'ordine e venire portata in un orfanotrofio della capitale russa.