Pugno di ferro
AstraZeneca, Mario Draghi manda i militari allo stabilimento di Anagni: "Vigiliamo sui vaccini", mossa senza precedenti
AstraZeneca ancora al centro delle polemiche. La notizia delle 29 milioni di dosi di vaccino anti Covid trovate nello stabilmento di Agnani dopo un'ispezione dei Nas e destinate al Regno Unito e non ai paesi della Ue, ha provocato molte polemiche, nonostante la smentita del gruppo anglo-svedese. Intanto lo stabilimento Catalent di Agnani in serata è stato presidiato all’esterno dalla sicurezza e all’interno dalle forze dell’ordine. Vietato l'ingresso ai giornalisti anche all'interno del parcheggio, allontanato chiunque provi ad avvicinarsi. "È stata una giornata molto movimentata. Ho visto diverse auto di polizia e carabinieri entrare e uscire da Catalent", racconta un abitante della zona.
Il tenente colonnello Katja Carboni, ufficiale addetto al Nucleo carabinieri Aifa infatti aveva confermato che le dosi nello stabilimento erano e sono destinate "per la maggior parte al mercato europeo”. L'ispezione dei Nas ha rilevato che, "è tutto regolare in merito allo stato di conservazione dei prodotti. Abbiamo fatto la 'fotografia' di quello che avviene nello stabilimento. Le spedizioni vengono effettuate in questi giorni su input di AstraZeneca. AstraZeneca possiede due piattaforme logistiche, una in Belgio destinata al mercato europeo e una in Olanda destinata al mercato extraeuropeo", ha spiegato il militare.
La stessa AstraZeneca ha spiegato, dopo l'articolo uscito sulla Stampa, che sono "dichiarazioni inesatte", specificando che "non è corretto descrivere come una scorta le dosi di vaccino conservate alla Catalent . Non ci sono esportazioni attualmente pianificate se non verso Paesi Covax", ha spiegato l’azienda. "Il vaccino è stato prodotto al di fuori dell'Ue e portato nello stabilimento di Anagni per essere infialato", ha aggiunto l'azienda. "Nello stabilimento Catalent ci sono poi altri 16 milioni di dosi in attesa del controllo di qualità prima di essere spedite in Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai Paesi Ue durante l'ultima settimana di marzo e il resto in aprile, perché le dosi vengono approvate per l'invio dopo il controllo di qualità". Lo stesso premier Draghi ha ribadito che, “la sorveglianza continua per i lotti rimanenti”.