Gettò il figlio nel bidet:

Albina Perri

È stata condannata per omicidio la donna di 36 anni che, nel dicembre del 2004, a Torino, partorì in casa di nascosto, il terzo figlio, che poi infilò in un sacchetto di plastica e gettò nel bidet. Il bimbo morì diverse settimane dopo per le lesioni, e oggi la donna è stata condannata a sei anni e otto mesi di reclusione per omicidio. La trentaseienne, italiana, madre di altri due bambini di 10 e 14 anni, è stata riconosciuta dal gup Vincenzo Bevilacqua seminferma di mente. All'epoca era separata dal marito e abitava con la madre in un alloggio in zona Barca, alla periferia settentrionale della città: era stata la stessa madre, che al momento di rientrare in casa aveva visto la donna in preda a una forte emorragia, a chiamare il 118. La polizia arrestò l'imputata, che dopo un periodo di detenzione domiciliare venne ospitata anche in una casa di cura; oggi è a piede libero. «Viste le condizioni in cui è maturata questa tragedia - spiega l'avvocato Renzo Capelletto, che ha difeso l'imputata insieme al collega Massimo Oreglia - siamo convinti che non si tratti di un vero omicidio volontario, ma di un infanticidio (punito con una pena più bassa ). Faremo appello». L'accusa in aula è stata sostenuta dal pm Livia Locci, del pool «fasce deboli» guidato dal procuratore Pietro Forno.