I dati

Milano, lo smog aumenta anche senza traffico di automobili. Strade vuote per il Covid, ma polveri sottili più alte del 2019

Claudia Osmetti

Premessa: tutti vogliamo un'aria più pulita. Però il discorso è complesso e non si liquida con un facile slogan, come quello della "lotta indiscriminata alle auto". Prendiamo i dati sulle polveri sottili a Milano negli ultimi quattro mesi dell'anno. Li abbiamo comparati scaricandoli dal sito dell'Arpa (l'Agenzia regionale per la protezione ambientale) tra il 2019 e il 2020: non sono ancora stati validati dal report annuale dell'ente, ma sono disponibili a chi abbia la pazienza di spulciarli. E niente, il lockdown che ci ha tappati in casa non è stato granché d'aiuto. Sì, noi abbiamo lasciato l'auto in garage per settimane e ci siamo riempiti di piste ciclabili, ma il problema resta lì, a penzolare sopra le nostre teste. Le medie da settembre a dicembre di Pm10 sono aumentate in tutti i casi, in uno sono addirittura raddoppiate. Segno che il tema c'è, ma lo stiamo affrontando dal verso sbagliato. Cioè: la concentrazione media di polveri sottili nell'aria, a settembre 2019, era di 22 microgrammi per metro cubo, nello stesso periodo del 2020 è salita a 23,7. Lo stesso è accaduto a ottobre (29 µg/m³ nel 2019; 31,2 nel 2020), a novembre (23,3 µg/m³ un anno fa; ben 57,9 µg/m³ nel 2020) e a dicembre (33,5 µg/m³ contro i 35,7 µg/m³ del 2020). Le cifre si riferiscono alla centralina Pascal-Città Studi della Madonnina.

I fattori in campo, ovvio, sono molteplici: dalle condizioni atmosferiche (quest' autunno ha piovuto meno), alle vecchie caldaie che andrebbero rammoderniate e che costituiscono uno dei nodi principali dell'intero fenomeno. Invece, specie a Milano, la tiritera propinata a ogni piè sospinto è un'altra: colpa del traffico, ripete da tempo la sinistra di Palazzo Marino, serve una svolta "green". Per questo il Comune ha deciso di puntare, col coronavirus, sulla mobilità alternativa: via le quattro ruote, sì alle bici. Ma i risultati, stando alle tabelle, stentano ad arrivare. Tanto per capirci: il valore più alto riscontato è stato segnato il 27 novembre 2020, 101 microgrammi per metro cubo, ben oltre la soglia d'allerta. Peccato che, quel giorno, era già scattata la "zona rossa" che ci aveva chiusi tutti dentro, con spostamenti ridotti al lumicino e le attività sforbiciate di netto. Lo stesso giorno del 2019, quando di quarantena di massa non sapeva nulla nessuno, la rilevazione atmosferica segnava quota 25: meno di un quarto. Il copione è simile a quanto era già accaduto durante il primo lockdown: il traffico era crollato, le polveri sottili no, come confermato anche dai report ufficiali degli enti preposti alla misurazione.

«Non siamo contrari agli obiettivi del piano clima, siamo contrari al percorso che questa amministrazione ha messo in essere perché non tiene conto della parte sociale ed economica della città», sbotta Andrea Mascaretti, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Milano. Mascaretti da tempo si occupa della questione: «Purtroppo questo progetto ambientalista di Sala e Granelli (sindaco e assessore alla Mobilità meneghina, ndr) parte da un presupposto sbagliato, cioè la colpevolizzazione degli automobilisti. Noi vogliamo combattere il pm10, non chi usa la macchina per andare a lavorare». «Il risvolto di questa guerra ideologica e inutile, invece», conclude, «è che creerà disagi e sofferenza a quella fascia più debole ed economicamente più fragile di cittadini che si sposta per necessità con la propria auto. Dati simili si sono letti già durante il primo lockdown, quello di marzo. Ora il ritornello sembra non cambiare". Dello stesso avviso è Gabriele Abbiati, collega leghista in Piazza Scala: «Questi numeri sono l'ennesima dimostrazione che l'agguerrita lotta che sta facendo l'amministrazione comunale alle auto è solo ideologica», spiega l'esponente del Carroccio. «Nessuno di noi vuole incentivare l'utilizzo scriteriato della macchina, ma l'accanimento della giunta è inutile; sarebbe meglio utilizzare risorse ed energie per offrire un servizio di trasporto pubblico più efficiente».