La grande paura
Terremoto a Milano, il ruolo della placca africana: "Non possiamo escludere nulla", la spiegazione dei geologi
"Guardando le mappe, il sisma è avvenuto in una zona dove non ci si aspettava una forte accelerazione del terreno. Sotto l'area milanese ci sono diverse faglie e quindi il territorio non fa eccezione rispetto al resto dell'Italia che è tutta a rischio sismico. Tuttavia l'ultimo terremoto più significativo della zona si è registrato nel 1951 nel Lodigiano e aveva raggiunto la magnitudo di 5.4 della scala Richter". La scienziata Lucia Luzi, direttore della sezione di Milano dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), prova a spiegare tecnicamente cosa e perché accaduto con la scossa di ieri del 3.9 avvertita a Milano. "Nel milanese storicamente si avvertono di più i risentimenti di altri sismi che avvengono più lontano, come quello del 2012 a Mirandola. Guardando ai secoli passati, un effetto analogo a quello di oggi lo si può cogliere nel 1473, con le incertezze del caso naturalmente", aggiunge.
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Secondo i sismologi quello di ieri è dovuto alla placca africana che spinge verso il Nord, contro la placca europea, divisa in placche minori come quella adriatica che preme così in varie direzioni. "Di conseguenza, in questo contesto geologico, tutta la zona dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia subisce una contrazione da Nord a Sud che può andare da meno di un millimetro all'anno nell'area lombarda a circa due millimetri verso la zona friulana," ricorda Carlo Doglioni, presidente dell'Ingv. Gli scienziati tendono poi a spiegare quali sono le zone più sensibili a questi fenomeni. "Certamente le zone più pericolose della penisola sono lungo l'Appennino; però non possiamo escludere nulla. La scossa nel milanese, essendo generata direttamente nel nostro sottosuolo, si è avvertita più brevemente ma più intensamente mentre le altre di risentimento che arrivano per l'epicentro più lontano sono più lunghe nel tempo", aggiunge sempre la Luzi. Infine, ricorda il Corriere della Sera, nell'area del Nord Italia l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha scoperto nella storia del millennio passato 110 terremoti significativi, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia, partendo da quello di Brescia del 1065.