La rete della perversione
Alberto Genovese, festini a base di droga e violenza. Il legame con l'orrore di Villa Inferno a Bologna
Per ben 13 volte negli ultimi quattro anni le forze di polizia sono dovute intervenire nelle abitazioni di Alberto Genovese a causa di feste che disturbavano interi palazzi. In una delle relazioni redatte dagli agenti, è stato scritto che l'uomo venne trovato in "stato psico-fisico alterato". A chiedere l'intervento di polizia e carabinieri erano solitamente i vicini, che si lamentavano soprattutto per la musica alta. Nessuno sapeva, in realtà, che all'interno dell'attico vista Duomo a Milano succedevano fatti ben più gravi: si organizzavano festini dove girava droga nei piatti e il padrone di casa aveva l'abitudine di ritirarsi in camera da letto per fare sesso con l'ospite "prescelta". Le relazioni degli agenti confluiranno ora nell'inchiesta che ha portato l'ex ad di Facile.it nel carcere di San Vittore con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti.
Come riporta il Corriere della Sera, nell'indagine sulla violenza sessuale ai danni di una ragazza appena 18enne del 10 e 11 ottobre scorsi, si aggiunge ora un’altra testimone che si è fatta avanti con la polizia. Intanto emerge un collegamento con l’inchiesta su "Villa Inferno" di Bologna, dove si sarebbero svolti festini a base di droga e sesso. Infatti, una delle amiche della vittima, che la sera dello stupro la cercarono ma furono bloccate, sarebbe finita in Emilia in un giro di prostituzione quando era minorenne.