Disavventure
Coronavirus e biglietti aerei, rimborsi fantasma e voucher inesistenti: due casi emblematici, chi ci marcia?
Caos coronavirus. Per le compagnie aeree ma anche per chi, quei voli, doveva prenderli. Chi ha una certa dimestichezza con le ali, per certo, si sarà imbattuto in qualche disavventura: cancellazioni, cambi - radicali - di orari e di itinerari sono infatti all'ordine del giorno al tempo della pandemia. Il punto è che, prima o poi, il passeggero "gabbato" dovrebbe ricevere qualcosa: voucher, rimborsi, strapuntini. Ma spesso e volentieri, semplicemente non si riceve nulla. Voucher, rimborsi e strapuntini stanno a zero. Notizia di qualche settimana fa, quattro compagnie aeree sono finite nel mirino dell'Antitrust per i mancati rimborsi relativi ai voli cancellati: Blue Panorama, Easyjet, Rayanair e Vueling. Aperti quattro procedimenti istruttori dopo un bombardamento di segnalazioni da parte dei consumatori (le rimostranze sono relative alla "vendita di biglietti per servizi di trasporto aereo in seguito cancellati dalle quattro compagnie a causa del Covid-19, pur essendo programmati per un periodo nel quale non erano più vigenti i limiti di circolazione imposti dai provvedimenti governativi”. Insomma il rimborso sarebbe ancor più dovuto del dovuto). Ma ancora, va da sé, quei rimborsi latitano.
Vi è poi l'altra faccia della Luna. Quelle dei motori di ricerca che comparano i prezzi e su cui acquistiamo biglietti mai come ora virtuali. Anche - e forse soprattutto - per prenotazioni (disattese) e rimborsi da questi servizi il caos regna sovrano. Ammesso che di caos si tratti. Due vicende, emblematiche, due storie come mille altre e che riguardano due dei principali service disponibili online: Lastminute e Gotogate. La prima storia ha del surreale: sei biglietti prenotati a novembre 2019, direzione Bruxelles, il decollo previsto per marzo. Voli annullati, dunque si poteva scegliere tra un rimborso o un voucher da 472 euro (40 euro in più rispetto alla spesa originale, insomma un gradito "scusateci tanto"). Si opta per il voucher. Risultato? Siamo quasi alla fine di ottobre 2020 e di quei 472 euro ne sono arrivati soltanto 132, un singolo voucher dall'importo peculiare e a nome di uno solo dei sei viaggiatori a cui faceva riferimento la prenotazione. E gli altri 330 e rotti euro? Mistero. Le risposte nella giungla di call-center che rimandano ad altri call-center e delle email con risposte preconfezionate, ovviamente, latitano. E a pagar dazio sono i consumatori, gabbati.
Poi un secondo caso, che ha le sue peculiarità. Prenotazione effettuata su Gotogate, due biglietti per Catania, partenza da Milano, voli Alitalia. Prenotazione effettuata a luglio, volo di andata cancellato e poi rischedulato a orari inaccessibili per i viaggiatori in questione. Qui il call-center ha risposto, piuttosto rapidamente. "Può scegliere tra il volo con nuovo orario e rimborso. Rimborso? Perfetto, le faremo sapere". La telefonata risale a metà agosto. Siamo anche in questo caso quasi a fine ottobre, quell'aereo sarebbe dovuto partire il 12 settembre. E i rimborsi anche in questo caso stanno a zero. L'unica comunicazione che arriva, ogni 15 giorni, è una email standardizzata di Gotogate che recita, a spanne: "Ci spiace molto, ma non ci sono state novità sullo stato del suo rimborso, la compagnia aerea non ci ha fatto sapere nulla. La aggiorneremo appena avremo novità e, in ogni caso, le manderemo una email ogni 15 giorni" (che servirà a comunicarci che non è cambiato nulla rispetto a 15 giorni prima). Chi ci sta marciando? Opodo? Alitalia? Nessuno dei due e si tratta davvero di "tempi tecnici" al tempo del Covid? Chissà. Per certo, quei 400 euro non sono mai tornati indietro ed è lecito dubitare sul fatto che prima o poi, indietro, ci torneranno.