Bersani boccia il processo breve
Il Pdlritiri le norme sul ‘processo breve’. O non ci sarà alcun confronto in materiadi giustizia L’invito, o sarebbe meglio dire l’ultimatum, alla maggioranzaarriva dal segretario del Pd PierluigiBersani, secondo il quale le disposizioni sul processo breve devono spariredal tavolo per ipotizzare un dialogo sulla giustizia. “Abbiamo proposto unpacchetto di riforme sul quale siamo pronti a dare il nostro voto domanimattina - ha detto Bersani -. Abbiamo bisogno di fare alcune riforme, anchedella giustizia. Se si potesse discutere, siamo a disposizione. Ma non su normeche sono inaccettabili. L'invito è a ritirare quelle norme. Partiamo dalleesigenze dei cittadini, dal rendere efficiente la giustizia. Su queste riforme,noi ci siamo”. E contro il processo breve si è schierato anche Antonio Di Pietro, che lo ritiene “unddl salva casta, quindi immodificabile, perché il suo obiettivo è quello digarantire l'impunità a evasori, falsificatori di bilancio e corruttori”. DiPietro boccia anche il ritorno all'immunità parlamentare: “I politicidovrebbero essere processati prima degli altri, e non resi immuni”. Dal cantosuo Bersani ha pure bocciato la proposta di Pier Ferdinando Casini diriproporre il lodo Alfano come riforma costituzionale. “Non sono un esperto, mami sembra che la Cortecostituzionale abbia posto un problema più di fondo rispetto a quello dellaprocedura normativa”, dichiara il segretario del Pd. Le paroledi Bersani non sembrano scalfire minimamente la maggioranza. "Da Bersaninon ci aspettavamo nulla. Ma ancora meno ci aspettiamo dopo che ha definito"inaccettabile" e "impotabile", cioè non bevibile, ildisegno di legge sul processo breve. Proprio lui, Bersani, che per decenni si èbevuto tutte le panzane del post-comunismo". Lo dichiara Paolo Bonaiuti, portavoce del PremierSilvio Berlusconi e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Maindietro non si torna: parola di MaurizioGasparri. Il presidente dei senatori del Pdl assicura che il ddl presentatodalla maggioranza non rallenta e non cambia: «È giusto - si chiede inun'intervista al Corriere della sera - applicare tempi di durata del processodiversi per gli incensurati e per chi ha riportato una condanna? Ecco, questa èla questione alla quale non si può sfuggire. Anche perché i delinquentiabituali non pensino mica di sfruttare le furbizie degli avvocati. Per irecidivi non c'è spazio in questa legge». Sull'ipotesi di abbandonare il ddl infavore del lodo Alfano riproposto costituzionalmente, l'ex ministro osserva: “Ledue vie non sono alternative anche se per la legge costituzionale ci vuolemolto tempo”. E aggiunge: “Ora anche Fini si è spinto molto in avanti e hafatto capire che di quella decisione della Corte si può discutere in sedepolitica”. Intanto, il ddl prosegue la sua strada. Il governo metterà la fiduciasul provvedimento? “Spero di no - dice Gasparri - sarebbe sbagliato per un ddlparlamentare. Il dibattito deve essere sereno e pacato”. “Ilprocesso breve è la risposta netta di cui abbiamo bisogno per riformare in nomedegli italiani la giustizia e insieme per tutelare, sempre in nome degliitaliani, la politica democratica”. Lo scrive il ministro degli Esteri Franco Frattini nella sua rubrica settimanalepubblicata dal Velino “Sarò Franco”. Il titolare della Farnesina, in undiciconsiderazioni, ripercorre le tappe “dell'anomalia italiana” in materia digiustizia e le “iniziative ad orologeria” da parte della Procura di Milanocontro il premier Silvio Berlusconi. Frattini sostiene infatti che «l'azionegiudiziaria vive e viene fatta vivere perché, direttamente o indirettamente,serve ad una parte politica come arma letale per tentare di imporsi in unabattaglia politica che elettoralmente non è riuscita a vincere». E oggi, scriveancora il ministro degli Esteri, “Bersani pronuncia come un qualunque 'demagogo’la parola 'giustizia!' con l'enfasi dei moralisti professionali che già inquesti anni ci hanno abituato a predicare bene e a razzolare male”. Ilriferimento del ministro è al “silenzioso quadrato» della sinistra “attorno aMassimo D'Alema, salvato dallo scudo del Parlamento europeo”.