L'inseguimento
Lampedusa, peschereccio tunisino non si ferma all'alt e sperona motovedetta della Guardia di Finanza
Un peschereccio tunisino ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza. E' successo non lontano dal porto di Lampedusa martedì 29 settembre. Tutto è iniziato con l'approdo sulle coste dell'isola siciliana di un barchino con 40 migranti a bordo. Dopo lo sbarco, la Guardia Costiera si è allontanata di qualche miglio dal porto per vedere se ci fossero delle navi madre nei paraggi. A quel punto, come riporta il Giornale, sono stati avvistati tre pescherecci che facevano finta di pescare. La Guardia Costiera, allora, ha intimato l'alt a uno dei natanti, che però non si è fermato; quindi poi si è vista costretta a richiedere l'intervento di una motovedetta della Guardia di Finanza.
Leggi anche: Immigrazione, raccolta fondi delle Sardine per una nuova nave italiana per il soccorso in mare
Una volta arrivate, le imbarcazioni militari hanno a loro volta imposto l'alt al peschereccio. Ma questo non solo non si è fermato, ma ha anche speronato una motovedetta nel tentativo di scappare. Ecco perché poi un'unità della Guardia di Finanza ha aperto il fuoco, arrivando a sparare contro il natante ben 400 colpi. Il peschereccio "Mohanel Anmed", dopo l’inseguimento - durato alcune ore - in acque internazionali, è stato bloccato dai militari delle Fiamme gialle e portato a Lampedusa, dove ora è in stato di fermo. Il comandante è stato arrestato con l’accusa di resistenza e violenza contro nave da guerra e rifiuto di obbedire a nave da guerra.