Via Poma, l'ex a giudizio
È stato rinviato a giudizio Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, uccisa con 30coltellate il 7 agosto 1990 a Roma. L'uomo è accusato diomicidio volontario. Il processo comincerà il 3 febbraio prossimodavanti ai giudici della Terza corte d'Assise. A disporre il processo èstato il Gup Maddalena Cipriani. Secondo i consulenti dell'accusa l'arcata dentale di Raniero Busco è compatibile con la traccia di un morso lasciata sul seno di Simonetta Cesaroni. Questo uno degli elementi che avrebbe portato al rinvio a giudizio dell'ex fidanzato della segretaria romana. A portare alla decisione del rinvio a giudizio anche altri risultati delle consulenze svolte dopo l'accelerazione impressa alle indagini dalle nuove tecniche investigative. Il riferimento specifico sarebbe ai test di rilevazione delle tracce biologiche e le analisi di quelle ematiche. «Busco è stato incastrato» - Lo haaffermato l'avvocato Paolo Loria, legale di Raniero Busco. «Estremadelusione», è poi espressa dal legale per la decisione del gup.«Il rinvio a giudizio di oggi - aggiunge il penalista - è dovutoa quella traccia di saliva che è stata trovata sul corpettodella Cesaroni. In aula dimostreremo che non ci sono prove acarico di Busco, ma solo quella traccia che potrebbe esserefrutto di una contaminazione fra reperti. Faremo emergere lecontraddizioni di cui è piena questa vicenda. Il pm ha sostenutola sua tesi accusatoria, ma ha presentato solo delle mezzeprove. Pensavamo non ci fossero elementi evidenti per arrivareal rinvio a giudizio. Le argomentazioni del pm non sonoconvincenti: c'è stata una interpretazione possibilista sulsangue commisto e sul morso». Busco non era oggi presente in aula. Hanno invece presenziatoall'udienza, stando però fuori dall'aula, un gruppo di abitantidi Morena, dove abita l'imputato, sostenitori dell'innocenza diBusco, che hanno espresso in maniera composta il loromalcontento per la decisione del gup. L'omicidio - Busco,oggi 44enne sposato e con due figlie e che fa il meccanico per Adr a Fiumicino,venne iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario all'esitodei risultati di una consulenza sul corpetto che la Cesaroni indossava quandofu uccisa. Sull'indumento gli esperti trovarono una traccia genetica, estrattadalla saliva, riconducibile all'uomo. Questi giustificò la presenza di taletraccia con alcune effusioni che si sarebbe scambiato con la ragazza la seraprima del delitto. Sono trascorsi 19 anni da quel 7 agosto del 1990 in cui SimonettaCesaroni fu assassinata a coltellate nell'ufficio dell'Associazione alberghidella gioventù, in via Carlo Poma 2, di cui era dipendente. Simonetta, cheaveva 21 anni (era nata il 5 novembre del 1969), di solito tornava a casa versole 20. Ma quella sera ritardava. Dopo l'allarme dato dalla sorella maggiorePaola, questa, con il fidanzato, fece inutilmente la strada fino alla stazionedella metropolitana dove avevano accompagnato Simonetta, poi chiamò SalvatoreVolponi, il datore di lavoro della sorella, che però asserì di non conoscerel'indirizzo dell'ufficio. Sarà proprio Paola a trovarlo sull'elenco telefonico.Il gruppo quindi andò in via Poma 2, al quartiere Prati, e costrinse la mogliedel portiere Pietrino Vanacore, ad aprire la porta. Sono le 23,30 circa:nell'ultima stanza dentro gli uffici dell'Associazione alberghi della gioventù,c'è il cadavere seminudo di Simonetta, uccisa da 29 colpi di un'arma da taglio,probabilmente un tagliacarte. Simonetta, non subì violenza carnale e fu trovataseminuda. Le scarpe riposte in un angolo. Alcuni vestiti (tra cui dei fuseaux euna camicetta) scomparsi. In uno stanzino c'erano due stracci strizzati, forseusati dall'assassino per ripulire la stanza. Numerose le tappe giudiziarie diquesta vicenda. Il dieci agosto di quell'anno fu fermato Pietrino Vanacore, ilportiere dello stabile di via Poma. Nell'aprile del 1992 fu recapitato un avvisodi garanzia a Federico Valle, nipote dell'architetto che abitava nel palazzo alquartiere Prati. Nel giugno dell'anno successivo il gup prosciolse Valledall'accusa di omicidio e Vanacore da quella di favoreggiamento, nonaccogliendo così la richiesta di rinvio a giudizio formulata della procura. Perla stessa accusa di favoreggiamento l'ex portiere un anno fa fu di nuovoiscritto nel registro degli indagati e subì una perquisizione nell'ottobrescorso alla ricerca di un'agendina che secondo chi indaga avrebbe potutofornire elementi utili per fare luce sul caso. Avendo dato esito negativo, laprocura ha già chiesto di nuovo l'archiviazione della posizione di Vanacore.Tra gli altri indagati per questa vicenda figurò anche Salvatore Volponi, ildatore di lavoro di Simonetta, la cui posizione fu poi archiviata. Il 30gennaio del 1995 uscirono definitivamente di scena Valle e Vanacore: la Cassazione confermòinfatti la decisione di non rinviarli a giudizio. Intanto il 20 agosto del 2005morì Claudio Cesaroni, il padre di Simonetta, che tanto si era affannato nellaricerca della verità. A periodi alterni la vicenda tornò poi al clamore dellecronache, fino alla svolta nel gennaio del 2006 quando ci furono le primeindiscrezioni sui risultati delle analisi del dna trovato sugli indumenti diSimonetta, che chiamarono in causa appunto l'ex fidanzato. Questi, nelsettembre del 2007, fu pertanto iscritto nel registro degli indagati peromicidio volontario. Intervista di Studio Aperto - Oggi nel corso dell’edizione di Studio Aperto delle ore18.30 è andata in onda un’intervista ineditaa Raniero Busco, ex fidanzato diSimonetta Cesaroni, la giovane uccisa nello stabile di Via Poma il 7 agosto1990, e che il prossimo febbraio dovrà comparire in tribunale per rispondere diomicidio volontario. Nel giugno scorso l’ex fidanzato era stato intervistato e,alla possibilità di una riapertura delle indagini sull’omicidio di Simonetta,aveva risposto: Domanda: “Come stai vivendo questo momento?” Busco: “Sto vivendo emotivamente maleperché una cosa del genere non pensi che possa mai accadere nella vita di unapersona. Emotivamente sono distrutto però sto cercando di reagire grazie anchealla mia famiglia. Ai miei bambini, a mia moglie.” Domanda: La tua storia con Simonetta com’era? Busco: “Una storia come tante altre, tradue ragazzi di quell’età. Io 24 anni, lei 20 anni. Una storia normalissima.Simonetta era una bellissima ragazza, estroversa, piena di vita, amica ditutti”. Domanda: “C’erano dei progetti?” Busco: “Sinceramente eravamo troppogiovani per pensare ad un futuro insieme. Però stavamo insieme. Il nostro eraun rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto.” Domanda:“Quando sei stato sentito l’ultima volta daimagistrati?” Busco: “L’anno scorso a settembre”. Domanda: “Non ti sei mai avvalso della facoltà di nonrispondere?” Busco: “Da quando è stata riapertal’inchiesta ho sempre dato la massima disponibilità anche perché non ho nulla da nascondere e nonvedo perché dovrei tirarmi indietro”.