Allarme rosso
Coronavirus, viaggio nella caserma lazzaretto: gli immigrati positivi raddoppiano in un giorno
Venerdì, in Veneto, le nuove positività al virus sono state 164: 131 sono richiedenti asilo ospitati nell'ex caserma Serena di Casier, a 8 chilometri dal centro di Treviso. In tutto, all'interno della struttura, ci sono 244 immigrati malati su poco più di 300, ma il numero degli ospiti non è certo tanto è il caos. La situazione è fuori controllo. Si tratta del più grande focolaio d'Italia. Il piccolo centro di Casier rischia di trasformarsi in una bomba sanitaria. I residenti hanno paura e sono inferociti. Mesi di sacrifici messi in pericolo dal governo e dai clandestini. Il governatore Zaia si batte perché la struttura venga chiusa. I sindaci del territorio e la Caritas si scagliano contro la cooperativa che gestisce l'ex caserma e chiedono al prefetto di aprire un'indagine.
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IN RIVOLTA
Il terzo giro di tamponi è previsto per martedì ma in parecchi si rifiutano di sottoporsi al test. Vorrebbero continuare a girare liberamente infischiandosene dell'isolamento imposto dalla Regione. Gli irregolari, la stragrande maggioranza nordafricani, protestano ogni giorno, spesso in modo violento. Alcuni puntano a raggiungere la Francia, dove hanno parenti e amici. Altri il Nord Europa.
La tensione si trascina già da due mesi, da quando un gruppo di stranieri ha sequestrato in una stanza gli addetti della coop e gli infermieri giunti per effettuare i controlli. Gli extracomunitari hanno bloccato la porta d'ingresso dell'ex caserma e solo l'intervento congiunto di polizia, carabinieri e vigili del fuoco ha evitato il peggio. Il sindaco di Treviso, Mario Conte, aveva chiesto immediatamente al ministro dell'Interno Lamorgese di recarsi sul posto per verificare la situazione. L'appello è caduto nel vuoto. Allora il focolaio e l'aggressività degli ospiti erano controllabili. Oggi la sensazione è che non lo siano più. Lo scorso fine settimana i richiedenti asilo hanno messo a ferro e fuoco l'ex caserma al cui interno regna l'anarchia. Le autorità temono che in queste ore possa accadere lo stesso.
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DA NORD A SUD
Il Veneto aveva quasi sconfitto il Corona. Il caso di Treviso e l'ottantina di migranti positivi alloggiati alla Croce Rossa di Jesolo (Venezia) gli hanno ridato forza. Nell'ex Serenissima le persone in isolamento sono aumentate di 1.141 in appena 24 ore. Negli hotel del litorale fioccano le disdette. La Basilicata è stata la regione ad aver subito meno l'impatto del Covid: anche qui però l'ondata migratoria ha fatto schizzare i dati. Solo ieri 21 stranieri sono risultati positivi al tampone: 20 vivono nell'hotel Old West di Ferrandina, in provincia di Matera. A questi si aggiungono altri 51 richiedenti asilo sistemati in varie strutture. Dall'hotel di Ferrandina sono scappati 20 tunisini, di cui 3 malati. Undici sono stati bloccati dalle forze dell'ordine. Gli altri 9 sono spariti. Il governatore della Basilicata, Vito Bardi, ha lanciato un messaggio chiaro a Roma: «Abbiamo raggiunto il livello di guardia. Non possiamo accogliere più nessuno nelle nostre strutture».
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Una cooperativa agricola del Mantovano si è trovata a dover fare i conti con 97 stranieri infettati. L'Abruzzo, ieri, ha ufficializzato 50 nuovi casi: non succedeva da metà aprile. Trentanove contagiati sono richiedenti asilo ospitati in tre centri d'accoglienza. Nel frattempo sono arrivati gli esiti dei tamponi ai quali erano stati sottoposti i primi 350 migranti saliti sulla nave da crociera Azzurra: 12 positivi e 6 casi incerti. Il governo sta trasformando il Paese in un lazzeretto per clandestini. Ieri i responsabili del centro migranti di Pergusa (Enna), hanno comunicato 6 ulteriori infezioni, probabilmente scaturite da un ragazzo egiziano già malato. In Sicilia sono state rilevate 27 nuove positività: 14 riguardano migranti sbarcati negli ultimi giorni. Avanti clandestini, c'è posto per tutti. Conte vi aspetta. Le navi da crociera pure.