Ragazzo morto dopo l'arresto

emanuele satolli

È stato fermato dai carabinieri la notte tra il 15 e il 16 ottobre al Parco degli Acquedotti di Roma con addosso venti grammi di droga. Il 22 mattina giaceva morto sul tavolo dell’obitorio dell’Istituto di medicina legale, scavato oltre la sua naturale magrezza, col volto tumefatto. Stefano Cucchi, 31 anni, è “morto da solo”, secondo i medici del Palazzo di Giustizia, quelli del carcere di Regina Coeli e dell’ospedale Fatebenefratelli e del “Sandro Pertini”. Una storia con troppe ombre, troppe zone buie dove la famiglia di Stefano vuole fare luce. Il padre Giovanni e la sorella Ilaria, con il supporto dell’avvocato Fabio Anselmo hanno partecipato in mattinata a una conferenza stampa indetta in Senato dal presidente di "A buon diritto" Luigi Manconi, a cui hanno partecipato anche numerosi parlamentari tra cui Emma Bonino, Rita Bernardini, Flavia Perina, Felice Casson e Renato Farina e l’assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri. Hanno mostrato le foto del giovane, già malato di epilessia, sul tavolo dell’autopsia. Un cadavere dal volto devastato, l’occhio destro rientrato, l’arcata sopraccigliare sinistra gonfia in modo abnorme, la mascella fratturata e la dentatura rovinata. "Immagini drammaticamente eloquenti - ha commentato Manconi - che danno l’idea del calvario passato da questo corpo". "L’atto di morte è stato acquisito dal pm - ha spiegato l’avvocato Anselmo - per cui non abbiamo in mano nulla, se non le foto scattate dall’agenzia funebre e un appunto del medico legale. Non sono stati riscontrati traumi lesivi, a quanto appare, che possono averne causato la morte. Si parla di ecchimosi ed escoriazioni e sangue nella vescica, per cui è difficile sapere quando e soprattutto come è morto". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha affermato di aver disposto accertamenti sulla morte del giovane, affermando tra l’altro che il medico di Regina Coeli avrebbe “dato atto di quanto riferito dal detenuto, cioè di una caduta accidentale dalle scale”.