Thyssen, manca l'interprete

emanuele satolli

Al processo Thyssen è stata la volta dei due responsabili tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz. Seduti sul banco degli imputati per rispondere alle accuse per il rogo del 6 dicembre 2007 nello stabilimento Thyssen Krupp in cui morirono 7 operai, i due manager si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il motivo: l’assenza degli interpreti. ”Ho preso atto della decisione della Corte – hanno detto i due impuntati nella dichiarazione spontanea resa davanti alla Corte - che ha stabilito che l'esame si deve svolgere in italiano senza l'ausilio dell'interprete” e hanno spiegato di non poter affrontare un interrogatorio “che si preannuncia lungo, articolato e complesso” in una lingua che non conoscono adeguatamente. I due si sono riservati di depositare una memoria scritta dove rispondono punto per punto agli addebiti che sono loro contestati. “Ho sempre ritenuto - ha detto Espenhan leggendo la sua dichiarazione spontanea - che sottopormi all'esame fosse un momento importante per la difesa nel processo. Ho preso atto della decisione della Corte, rispetto questa decisione ma con dispiacere devo riconoscere di non poter affrontare un interrogatorio che si preannuncia lungo, articolato e complesso, in una lingua che non conosco approfonditamente”. La difesa ha sempre protestato contro la mancata traduzione di alcuni atti entrati nel dibattimento. La presidente della Corte, Maria Iannibelli, ha disposto una sospensione dell'udienza dopo le dichiarazioni dei due imputati.