Crisi di sistema
Luca Palamara, 12 mesi dopo ancora nessuna sanzione dal Csm: anche Repubblica contro la magistratura
Sta venendo giù, con Luca Palamara, tutta la rete di potere dei magistrati. Ma il Consiglio Superiore della magistratura ancora no. Non basta la raffica di chat e intercettazioni del magistrato con politici, colleghi, giornalisti e addirittura vip dello spettacolo per mettere in mostra il marcio delle toghe. Il Csm, sottolinea Repubblica, "attende ancora la decisione del procuratore generale presso la corte di Cassazione che, a giugno scorso, aveva avviato il procedimento disciplinare nei confronti dell'ex presidente dell'Anm e di tutti quelli che, coinvolti in qualche modo nello scandalo, si erano dimessi dal ruolo di consigliere dell'organo di autogoverno delle toghe".
Ai consiglieri già dimessi Paolo Criscuoli, Corrado Cartoni, Gianluigi Morlini, Antonio Lepre e Luigi Spina si aggiunge ora la posizione imbarazzante di Riccardo Fuzio, travolto pure lui dalle intercettazioni di Palamara. Deciderà il pg della Suprema Corte se chiedere il proscioglimento o un'udienza, anche se il rinvio a giudizio "pare abbastanza scontato". Ai magistrati coinvolti "vengono contestati reati vari previsti dal codice che disciplina il loro operato", dal comportamento scorretto rispetto alla nomina del procuratore di Roma o al procuratore aggiunto della capitale Paolo Ielo all'indebita interferenza sulle scelte del Csm. "Non reati penali - conclude Repubblica -, ma violazioni disciplinari che ancora sono in attesa ma che presto dovranno essere affrontate".