Finiani, ora di islam a scuola

Silvia Tironi

L’ora di religione islamica ascuola non s’ha da fare. E invece sì, è un’ottima idea. E scoppia la bagarre.La prima ad insorgere alla proposta dei finiani, è la Lega, che parla di “propostastrumentale”, di semplice “provocazione”. E lo fa dalle colonne del Corrieredella Sera attraverso la voce di Roberto Castelli: proprio perchPsemplice provocazione, sostiene Castelli, non è “neanche da prendere inconsiderazione. Secondo il viceministro alle Infrastrutture, “l'ora direligione islamica non è nel programma, non esiste. Chi ne parla ha in mentealtre cose”. Non a caso, osserva Castelli, la proposta giunge a pochi giornidall'attentato a Milano, “proprio per suscitare una nostra reazione e seminarezizzania. Sono giochini tristi e prevedibili. Mi viene in mente Follini” che,nel 2004, “cercava solo di creare problemi alla maggioranza sui temi piùdiversi ma sempre a prescindere dalla sostanza delle cose. Oggi però lamaggioranza è molto più solida di allora. Ma Fini ha avuto un'accelerazione chelo mette fuori dal comune sentire del Popolo della libertà”. Dello stesso avviso sono ilpresidente dei deputati della Lega Nord Roberto Cota e leader deiCristiano popolari PdL Mario Baccini: "La proposta dell'ora di religione islamica a scuola èassurda. Noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla. Quella diavere una società multietnica a tutti i costi - dice l'esponente del Carroccio- è un'idea della sinistra e non è compatibile con gli impegni presi con lanostra gente. Bisognerebbe smetterla con le provocazioni". "Laproposta Urso non merita nemmeno considerazione”,, gli fa eco Baccini, “bisognaprima parlare del sano principio di reciprocità tra Paesi: dove c'é una moscheaci dev'essere una chiesa".  E dubbisull’ora di religione musulmana sui banchi li avanza anche Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano:"Rappresenterebbe un problema costituzionale di uguaglianza con le altrereligioni presenti nel nostro Paese", ha dicharato all'ANSA."Personalmente sarei contentissimo, ma non la vedo facile. Bisognerebbefare lo stesso con tutte le altre religioni". Della stessa idea anche la Rete degli studenti medi,secondo cui se si fa l'ora di islam, si dovrebbe fare anche l'ora dicristianesimo ortodosso o quella di buddismo. E, aggiungono, si arriverebbe auna vera lottizzazione dell'istruzione da parte dei credi, in cui prevarrebbetra l'altro la legge del più forte o della maggioranza. Nutrito anche il fronte deisostenitori della proposta, sposata oggi anche da Massimo D’Alema: primo tra tutti il Vaticano. Per bocca del cardinale Renato Raffaele Martino la Santa Sede sottolinea che, assicurando i debiti"controlli", si tratterebbe, oltre che di un "diritto", diun meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamicafiniscano nel "radicalismo". "Se si ammettono gli immigrati,essi vengono con la loro cultura e la loro religione e devono inculturarsi nelpaese dove arrivano", spiega il presidente del Pontificio consiglioGiustizia e pace ad 'Apcom'. "A meno che non scelgano di convertirsi alcristianesimo - perché‚ la libertà di religione è un principio sancito daDichiarazione dei diritti dell’uomo - se scelgono di conservare la lororeligione hanno diritto ad istruirsi nella loro religione", afferma ilcardinal Martino. "E' un loro diritto". Il porporato non manca disottolineare il rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzidi religione musulmana scelgano una scuola confessionale a rischio di influenzeradicali. "Se c'è questo pericolo e se l’ora di religione musulmana èinserita in un sistema con tutti i controlli necessari - spiega - penso siameglio che non andare a finire nel radicalismo".  Il 'ministro’ del Vaticano per le questioniattinenti alla Giustizia e la pace pone una condizione alla possibilità diintrodurre l’ora di islam nella scuola pubblica: "È necessario che ci siail numero sufficiente di alunni. Se c'è un solo bambino musulmano, è piùopportuno che ci pensino i genitori". E che non si tratti di una sempliceprovocazione “ma di una proposta politica condivisa tra settori dellamaggioranza e dell'opposizione” lo ribadisce Ffwebmagazine, magazine onlinedella Fondazione Farefuturo di Gianfranco Fini: “ Non si comprende, a questo punto,la natura delle polemiche", si legge sul sito. "Vediamo la cosa in manieramolto positiva”, sottolinea il vice presidente del Coreis, comunitàreligiosa islamica italiana, imam YahyaPallavicini, “sarebbe l'occasione di far conoscere da un punto di vistalaico a tutti gli studenti, non solo quelli musulmani, le specificità e le caratteristichedell'Islam".