Eventi privati e matrimoni in ginocchio: Federmep, le proposte al governo per sostenere il settore

Circa 50mila imprese e partite IVA, 250mila impiegati stabili, 150mila lavoratori stagionali. È il comparto degli eventi privati e dei matrimoni: dalle location ai catering, dal settore “bellezza” ai servizi video-fotografici, dall’animazione musicale alla coreografia degli ambienti, dall’abbigliamento agli accessori. Un universo di soggetti imprenditoriali che produce un indotto primario annuo di circa 15 miliardi di euro, a cui si aggiunge un consistente indotto secondario. Un comparto che a causa del Covid-19 si è visto costretto ad annullare il 100 per cento degli eventi in programma almeno sino all’autunno, e una perdita di fatturato tra l’85 e il 95 per cento.

“Salvo alcuni eventi last minute la nostra attività richiede tempi di programmazione piuttosto lunghi: di conseguenza, nella migliore delle ipotesi, fino a settembre saremo fermi o quasi”, spiega Serena Ranieri, presidente di Federmep, associazione nazionale di categoria che rappresenta tutti i professionisti e le aziende del settore. “Un crollo che il comparto non è in grado di assorbire e che provocherà chiusure e fallimenti, con conseguenti perdite di posti di lavoro e un impatto devastante anche per le aziende della filiera a cui viene a mancare gran parte dei clienti”, prosegue Ranieri, avanzando alcune proposte al governo per sostenere il settore nel presente e nel futuro:
-Detraibilità dei matrimoni e degli eventi privati per incentivare la domanda;
-Modifica dei parametri di riferimento per ottenere i contributi a fondo perduto, estendendo l’arco temporale utilizzato per calcolare la differenza di fatturato dal mese di aprile al trimestre aprile-giugno; 
-Moratoria fiscale fino al 31 dicembre per le aziende che nei mesi primaverili hanno registrato un calo del fatturato superiore al 50%;
-Estensione della cassa integrazione e del fondo d’integrazione salariale.

“Le nostre attività si concentrano in primavera ed estate: tra marzo e aprile sono circa 65mila i matrimoni rinviati. Nella migliore delle ipotesi qualche evento si terrà in autunno, ma la gran parte è spostato al 2021, peraltro creando un ingolfamento nel calendario. Non è difficile immagine l’impatto devastante per il nostro settore. Per questa ragione sollecitiamo interventi mirati che permettano alle centinaia di migliaia di persone che lavorano nel comparto di reggere l’urto di questa crisi e creare le condizioni per una ripartenza che permetta di recuperare parte delle perdite. Ripartenza che purtroppo per le nostre aziende non avverrà che tra circa un anno”, conclude Ranieri.