Giovane Pd: killer per Silvio

Silvia Tironi

 Si cosparge il capo di cenere e a differenza di Paola Binetti, finita nell’occhio del ciclone per aver contribuito con il suo voto ad affossare la proposta di legge sull’omofobia ieri alla Camera, Matteo Mezzadri, 22 anni, di Savignano sul Panaro (Modena), dopo aver confessato tutto il suo disagio e il peso di capire solo ora averla fatta davvero grossa ha chiesto scusa a tutti, a partire da Berlusconi, e si è dimesso. Un beau geste, direbbero i francesi, soprattutto in un Paese come il nostro dove le dimissioni vengono continuamente minacciate e mai messe in pratica e dove diversi esponenti politici (vedi Di Pietro) a ben più alti livelli si scagliano continuamente contro il Cavaliere con un linguaggio allusivo e minaccioso. ''Chiedo scusa a tutti, amici e meno amici, a partire da Berlusconi. E mi dimetto dalle cariche del Pd, attendendo dal partito eventuali provvedimenti nei miei confronti. Il mio è stato un linguaggio che nessuno dovrebbe avere, tantomeno uno che si occupa non solo della propria vita, ma anche di quella degli altri”, ha detto Mezzadri. Ma cosa aveva fatto di tanto grave? ''Ma santo cielo, possibile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlusconi!''. Questo l’auspicio del giovane democratico fatto circolare su Facebook dopo la bocciatura del Lodo Alfano della settimana scorsa. ''Certe cose - ha detto ancora Mezzadri - non solo non si devono dire. Non si devono nemmeno pensare. Soprattutto quando hai assunto ruoli per i quali diventi punto di riferimento per altri, soprattutto giovani. È chiaro che non ho mai pensato di voler la morte di Berlusconi. Non fa parte dei miei pensieri desiderare la morte di qualcuno. Ho scritto una sciocchezza. Punto e basta. L'ho fatta fuori dal water, come si dice in gergo. Ma non me la sento di spiegare cosa intendessi dire davvero. A questo punto è meglio che io taccia, e che parli il partito''. Il Pd accetta le dimissioni – E il partito ha parlato eccome. Ha detto di aver accolto le dimissioni del giovane. Duro il commento di Tommaso Fregni, coordinatore provinciale di Generazione democratica di Modena. ''Non c'è spazio nella nostra organizzazione - ha detto Fregni - per chi utilizza un linguaggio violento che nulla ha a che fare con il confronto politico e la dialettica delle opinioni. Le parole usate da Mezzadri non possono essere giustificate in alcun modo, sono estranee alla cultura di Generazione democratica e agli ideali di quei giovani che ogni giorno si impegnano per rinnovare il linguaggio e il modo di fare politica nel nostro Paese”. Ferma presa di posizione anche da parte di Stefano Bonaccini, segretario provinciale del Partito democratico di Modena, che ha espresso solidarietà ai dirigenti locali del Popolo della libertà di Modena. ''Ogni forma di violenza, anche verbale, è inaccettabile”, ha dichiarato Bonaccini, che ha aggiunto: ''L'età e l'inesperienza non possono in alcun modo giustificare gesti di tale gravità. Mezzadri ha saggiamente deciso di dare le sue dimissioni. Se non lo avesse fatto avremmo provveduto noi a sospenderlo. Il Partito democratico è nato per ridare speranza al Paese e futuro alle nuove generazioni, non per eccitare all'odio contro gli avversari politici”.