Il presidente Silb-Fipe

Maurizio Pasca contro Conte e Gualtieri: "Si sono scordati di chi lavora di notte, condannano le discoteche al fallimento"

Leonardo Filomeno

Maurizio Pasca, il lockdown è quasi finito, ma i locali non riaprono. 
"Con senso di responsabilità, le discoteche sono chiuse dal 23 febbraio. Siamo stati i primi a chiudere e, temo, saremo gli ultimi a riaprire. La parola 'intrattenimento' non compare in nessun decreto. Le ipotesi più ottimistiche parlano di settembre, le più pessimiste di marzo 2021. A Shanghai i locali hanno riaperto, in Spagna la questione è sul tavolo".
In Italia c'è un problema politico. 
"Il governo non è in grado di decidere, di dare linee guida. Ci sarebbe bisogno di date, per avviare una programmazione. Il nostro non è un mestiere improvvisato. Non vendiamo le scarpe. Il settore che rappresento è stato dimenticato. Addirittura non ci hanno fatto rientrare nemmeno nel credito di imposta previsto per le attività col codice C1".
L'errore è a monte: non vi considerano aziende vere. 
"Il valore dell'intrattenimento in Italia ammonta a 4 miliardi di euro. Sono 3mila i locali ed hanno un gettito fiscale di 800 milioni. Tra dj, pr, organizzatori, vocalist, promoter e barman, sono 50mila le persone occupate nel nostro settore. Non rientrano però in nessun dei nessuno degli ammortizzatori sociali, per loro nemmeno la mancetta delle 600 euro che lo stato ha destinato a certe partite iva. Il Governo sta condannando l'intero settore dell'intrattenimento al fallimento, mentre altrove lo si considera una risorsa importante per il PIL, e parte integrante del turismo". 

Maurizio Pasca è presidente di Silb-Fipe, il sindacato che rappresenta la filiera del mondo della notte, tra intrattenimento, ballo e spettacolo. E’ un tipo ostinato, un capofila, un combattente, non il solito "burocrate'". A differenza del cinema o dei teatri, che godono di sovvenzioni statali, per discoteche, dj e addetti ai lavori il Silb è l'unico punto di riferimento. Soprattutto in un momento disperato come questo. Dove le serrande sono abbassate da tempo, le tasse da pagare continuano ad essere le più alte al mondo e nessun provvedimento è stato preso.

Nel concreto da dove ripartiamo?
"Il 95% di delle discoteche estive sono all'aperto, quindi non ci sarebbero problemi di ricambio d'aria. Abbassando il il coefficiente di capienza da 1.2 a 0.8 persone per metro quadrato si manterrebbe il distanziamento sociale all'interno dei locali. Abbiamo previsto anche i termoscanner all'ingresso, con la misurazione della temperatura all'arrivo. La security è ben formata, il distanziamento sociale lo garantisce. Senz'altro non potremo continuare a pagare l'IVA al 22%, con i teatri che la pagano al 10%. In più paghiamo il 16% di imposta di intrattenimento, una tassa iniqua, che esiste solo in Italia. E per finire ci sono i costi della Siae. Abbiamo fatto presente tutto questo al Governo, mettendo ogni cosa nero su bianco. Qualora non dovessero giungere delle risposte, Conte, Gualtieri e Franceschini, sentiranno forte la nostra voce. Assumendocene le responsabilità, scenderemo in piazza prima di giugno. Sto aspettando il prossimo DCPM". 

Sarà così scontata la voglia di reagire e divertirsi? 
"Scienziati, virologi e task force arruolati in quantità hanno trasmesso terrore. Solo in Italia, però. Sono scettico su una fase di normalità totalmente scevra da questa paura, perché il bombardamento di informazioni negative è stato pesante". 
C'è un problema di distanza della società rispetto ai giovani. E' come se rappresentassero un peso, un problema. 
"E' sempre stato così. Dalle stragi del sabato sera al binomio discoteca/sballo. Qualcuno dovrebbe chiedersi perché, a 13 anni, questi ragazzi abusino già di alcol e droghe, e, soprattutto, capire perché continuino a farlo anche con le discoteche chiuse. Reputo la nuova generazione molto a rischio. Non hanno valori e punti di riferimento, i genitori non ci sono. Ma dire che facciano abuso di sostanze per colpa delle discoteche è ipocrisia allo stato puro. Per il Governo è più facile scaricare le responsabilità su attività produttive come le nostre piuttosto che affrontare concretamente tali piaghe. Poi mi chiedo: il Governo durante l'estate come gestirà il problema dell'assembramento di tanti giovani che di sicuro non resteranno chiusi in casa e invaderanno i centri storici? Con un altro lockdown? O ancora: come gestiranno le feste abusive, in luoghi improvvisati, senza nessun tipo di sicurezza?".
Quando vede Formigli e la virologa Viola sghignazzare che pensa?
"Non sono indignato da quel sorriso, la Viola è stata istigata da Formigli, ed un bravo giornalista non dovrebbe istigare. Quel sorriso ci ha reso almeno visibili, prima non lo eravamo. Ben vengano altri sorrisi di scienziati italici”.
Lei ha dei locali ed ha subito delle perdite importanti. 
"Si trovano entrambi nel Salento, vicino Gallipoli. Uno si chiama 4 Colonne e si trova a Santa Maria al Bagno. E' un posto stupendo, dà sulla scogliera, è un locale per ricevimenti. Gli incassi di questa primavera sono saltati, ho subito un danno di 500mila euro, per questi 4 mesi. Non so quando potrò riaprire. Col senno di poi, ho avuto la 'sfortuna' di comprare un altro locale a gennaio 2020, il Casablanca, nelle vicinanze di Porto Cesareo e delle marine di Nardò".
L'altra mazzata sarà per i ristoranti. 
"Parliamo di 350mila persone che lavorano nei pubblici esercizi. Al netto dello stato confusionale del Governo, è stata comunque programmata per i ristoratori la riapertura in data 1 giugno 2020. Quello che penso è che non ci sia nessuna differenza tra chi deve andare a prendere un caffè o a comprare del pane, si entra ovunque uno alla volta. Il distanziamento sociale lo rispetti in una fabbrica di 300 persone come in una discoteca, con buon senso e la sicurezza che i locali italiani possono garantire. Noto invece che le velocità di ripartenza sono diverse. Il Governo, così facendo, ha mandato già sul lastrico una economia intera, e nessuno se ne sta rendendo conto. Avrebbero dovuto chiamare i rappresentanti di categoria. Ossia noi, che sappiamo come funzionano le nostre imprese, non task force inutili e dispendiose". 
Che voto da a questo Governo? 
"Non classificato. Mi sarebbe piaciuta una gestione dell'emergenza simile a quella della Germania, della Svezia, o dell'Olanda. I lavoratori tedeschi dopo 3 giorni avevano già sul conto gli assegni. Essendo presidente europeo dell'intrattenimento notturno, quando mi confronto con i miei colleghi in Europa provo vergogna di essere italiano, per la disattenzione che esiste da sempre nei confronti del popolo da parte del Governo".
Non pervenuta nemmeno l'opposizione? 
"Fino a pochi giorni fa, sono stati gli unici ad ascoltarci. La senatrice Urania Papatheu ha fatto una interpellanza parlamentare della mia lettera destinata a Conte. Fino a prima di questo intervento, il Governo non era a conoscenza nemmeno della nostra esistenza".