Messina, si scava ancora tra le macerie

Silvia Tironi

Messinacome l’Aquila. Lo ha detto ieri il premier SilvioBerlusconi durante la sua visita nelle terre disastrate dall’alluvione chesi è abbattuta sul messinese nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Quindiha fatto una solenne promessa: case in 4-5 mesi. “Ci sono 520 persone che hannodovuto lasciare le loro abitazioni e per loro prevediamo che, con l'interventodella Regione e del Governo, si possa avviare un'attività di costruzione diquartieri in cui queste comunità possano riformarsi!, ha sottolineatoBerlusconi in un’intervista al Gr1; “L'esperienza dell'Aquila, unica al mondo,ci offre la possibilità di prevedere che questi quartieri potranno essererealizzati in 4 o 5 mesi”. Il Cavaliere ha inoltre confermato “uno stop alpagamento di imposte e tasse e dei mutui: nessun cittadino colpito da questetragedie naturali può dire di essere stato abbandonato”. Intantoquella appena trascorsa è stata la prima notte senza pioggia nelle zone colpitedall’alluvione a Messina. Lì però i soccorritori non si sono dati pace e hannocontinuato a scavare alla luce delle fotoelettriche per cercare i dispersi deldisastro: al momento se ne contano 35. Il bilancio ufficiale dell’unità di crisidella prefettura è fermo a 24 morti accertati, e non viene al momentoconfermato il ritrovamento di altre vittime anche se gira voce di altri duecorpi che sarebbero stati recuperati. Il miglioramento delle condizionimeteorologiche favorisce l’opera di soccorso che finora ha dovuto lottare anchecontro le continue piogge. Le previsioni meteo parlano di tempo stabile suMessina per i prossimi giorni. Almeno fino a giovedì. Laferrovia e la Statale114 Messina-Catania restano bloccate, mentre sono aperte due corsie, una perogni direzione del'autostrada A18. Nel pomeriggio a Messina è atteso ilpresidente del Senato Renato Schifani. “Lasituazione è veramente disastrosa. E poteva andare peggio, molto peggio come hadetto il presidente del Consiglio, perché la montagna poteva franare ancoratravolgendo centinaia e centinaia di persone». Così  il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, intervistato oggi daMaurizio Belpietro nel corso della trasmissione di Canale 5 ‘La telefonata’.Matteoli, che ieri ha compiuto un sopralluogo in elicottero con Berlusconinelle zone colpite dall'alluvione, ha sottolineato il dissesto del territoriocausato dall'abusivismo: “Lì le case sono state costruite nel 1.200 e poinell'arco degli anni si è continuato a costruire. Certo vedendo che ci sonodelle case costruite non solo sul ciglio del fiume ma addirittura con una partedentro il greto qualche riflessione la dobbiamo fare. Questo però purtroppo èun male non siciliano, si è costruito lungo i fiumi in tutte le parti d'Italia”.Circa una ‘mappa’ del rischio idrogeologico, Matteoli ha ricordato: “Quando sonostato nominato ministro dell'Ambiente nel 2001, feci fare uno studio daitecnici dal quale si evinceva che per mettere in sicurezza tutto il territorionazionale occorrevano 70 mila miliardi di lire, una cifra enorme. Poi scopriiche nel decennio 1991-2001 l'Italiaaveva speso nell' emergenza una media di 7mila miliardi l'anno: quindi in diecianni si è speso la cifra che occorreva per mettere in sicurezza il nostro Paese”.