Messina, morte nel fango. Si scava ancora

Silvia Tironi

dall'inviatoAlbina Perri - Bisogna solo aspettare che passino le ore per fare laconta esatta dei morti. Soffocati dal fiume di fango alto due metri otrascinati via dal costone roccioso che si è staccato dalla montagna. Ci sono icarri funebri in coda, ma ancora non si sa quante bare serviranno. Le ultimestime di questa mattina parlano di 21 corpi, senza vita, ritrovati. Tra iventi e i trenta i dispersi (“ma speriamo siano meno”, dice il capo dellaProtezione civile Guido Bertolaso),almeno quaranta i feriti, 400 gli sfollati. Ma il numero delle vittime èdestinato quasi certamente a salire e, secondo il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi, potrebbe arrivare a 50. Il premier, la cui visita sui luoghi del disastro è stata rinviata a domenica per consentire al meglio le operazioni di salvataggio, ha parlato di 'situazionemolto grave'. "Io volevo andare oggi", ha detto il premier, "ma davo piùfastidio che altro. I danni sono ingenti, ma più dei danni ci sonoquasi 50 morti, una cifra importante». La cifra data dal premier è unasomma approssimativa dei morti e dei dispersi. Berlusconi, ha affermatoBertolaso, «aveva manifestato l'intenzione di venire già sabato ma gliho chiesto di rinviare per consentire l'opera di soccorso». Il premierarriverà domenica e con il capo della Protezione civile sorvolerà inelicottero l'area del disastro. Danni intutta la Sicilia– E il maltempo non risparmia l’intera Sicilia. Cinque famiglie sono stateevacuate a Erice (Trapani), in seguito al crollo di un costone roccioso lungouna decina di metri. L'episodio è avvenuto nel Cortile Adragna della frazionedi Casa Santa, alle pendici del Monte Erice. Parte degli sfollati ha trovatosistemazione presso alcuni parenti, una famiglia è stata invece sistemata dalComune in una struttura alberghiera. E allagamenti hanno creato difficoltà allacircolazione e invaso abitazioni e magazzini anche a Palermo, dopo un forte nubifragiosi è abbattuto durante la scorsa notte. La circonvallazione è chiusa alsottopasso di via Belgio, dove si era accumulato un metro d'acqua e che, dopol'intervento dei tecnici del Comune per farla defluire, ha lasciatosull'asfalto uno strato di fango. Impossibile transitare nella borgata diMondello; qui le strade si sono trasformate in torrenti. Sono stati 25 gliinterventi dei vigili del fuoco per soccorrere automobilisti in difficoltà. Lapioggia ha anche causato otto incidenti stradali, dei quali due in provincia, aTrabia e Cefalù. Dramma nel messinese - Dopo due giorni di pioggia, è franato tutto e i detriti e la terra hannospazzato via le case e sfondato i palazzi, sono almeno venti le abitazionidistrutte. La Siciliaorientale è devastata dal nubifragio di giovedì: è stato un inferno ancora piùcattivo di quello dell’ottobre 2007, perché due anni fa aveva sì distruttotutto, ma almeno non aveva fatto i morti. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d’emergenza. La zona piùcolpita è quella fra i comuni di Scaletta Marina, Giampilieri, Briga e ScalettaZanclea: un’area di circa 3,5 chilometri. La situazione più grave è aGiampilieri Superiore, frazione a circa 20 chilometri dalcapoluogo, qui  la bomba di acqua e roccia ha travolto le case. A Scalettaè venuta giù anche la chiesa, dal fango spunta la statua di San Francesco e don Vincenzo racconta, tremando, che  «un ragazzo s’è salvato soloperché è riuscito ad aggrapparsi al tabernacolo». Pasquale Bruno, 40 anni, èsoffocato sotto il fango nella piazza di Giampilieri, mentre Francesco De Luca,pensionato di 70 anni è annegato nella cantina di casa sua, in contradaVallone. Il boato nel casolare Ancora un corpo è stato recuperato nell’auto precipitata nel torrente in piena,nei pressi di Scaletta Zanclea: si chiamava Roberto Carullo, era ilsovrintendente della Polizia ferroviaria. Martino Scibilia aveva 80 anni,Salvatore Scionti 64, anche loro erano di Scaletta e la morte gli è entrata incasa sfondando il soffitto. Onofrio Sturiale, 26 anni, è stato travolto dallafrana mentre andava da Giampilieri a Scaletta Zanclea. Agnese Pellegrino di 44anni, è stata trovata cadavere a Briga Superiore: la massa di terra èprecipitata sul casolare dove viveva con la famiglia, in contrada Iannazzo. Ilmarito e i ragazzi, dopo avere sentito il boato, sono riusciti a scappare viadalla cucina, mentre Agnese è rimasta intrappolata ed è stata travolta dallaparete crollata. Marito e figli sono stati tirati fuori dalle macerie daivigili del fuoco. Anche Ketty De Francesco, 30 anni, è rimasta uccisa aScaletta. Verso sera ha ricominciato a piovere, nella piazza del paese un cane ha trovatoriparo sotto un cumulo di divani e sedie e un asse da stiro. La bomba d’acqua Su Messina si è abbattuta una «bomba d’acqua», dice  Giampiero Maracchi,esperto dell’Istituto di biometeorologia del Cnr di Firenze (Ibimet). «Lapioggia è caduta tutta insieme. Una quantità enorme in poche ore. Circa 200 millimetri. Piùdel doppio rispetto alla precipitazione media di tutto il mese di settembre». Mezzi di soccorso e sezioni operative sono arrivati dalla  Campania, dallaCalabria, mentre la Toscanaha mandato le unità cinofile e il personale specializzato nelle ricerche sottole macerie. Dall’altra notte le 400  persone sfollate hanno trovato riparonelle scuole e nelle caserme. Il pattugliatore d’altura della Guardia diFinanza ha fatto la spola avanti e indietro dagli ospedali, attraverso le acqueal largo di Capo Scaletta. Altre unità navali delle Fiamme Gialle hanno portatogli evacuati, tra i quali molti anziani, al porto di Messina. L’elicotteroAb412hP dotato di barella e l’Nh500 hanno sorvolato senza sosta sopra le zone alluvionate,per la ricognizione dei luoghi, il trasporto dei feriti e la consegna del ciboa chi è rimasto isolato.  Al lavoro anche 80 volontari della Croce Rossa ecento militari dell’Esercito con 18 mezzi. Le squadre di soccorritori scavanonel fango, che in alcuni  punti supera i due metri e sfiora il primo pianodelle palazzine. «La situazione è drammatica. Si scava anche con le mani esenza fermarsi tra i detriti e il fango per cercare i dispersi, con l’aiuto deicani», spiega il capo del Protezione civile regionale Salvatore Cocina. Centinaia di persone sono rimaste bloccate dentro le auto. A decine si sonoarrampicate sui tetti delle case per sfuggire alla piena.  Sull’A18Messina-Catania molti automobilisti sono rimasti bloccati e hanno passato la nottein macchina: l’autostrada è chiusa, come la ferrovia fra Messina e Santa TeresaRiva, sulla linea che porta a Catania. «Eravamo in allerta meteo da giovedìmattina, più di questo non potevamo fare. O si fa una grande opera di messa insicurezza di tutto il territorio nazionale o queste tragedie sono destinate aripetersi», allarga le braccia il capo dipartimento della Protezione civile,Guido Bertolaso, durante la conferenza stampa in Prefettura a Messina. E lanciauna frecciata: «Non può essere la Protezione civile a risolvere i problemi di dissestoidrogeologico creati dall’abusivismo». Casa inagibile dal 2007 «La mia casa è stata sommersa dauna doppia frana. È avvenuto quello che avevo già subito il 25 ottobre 2007soltanto che ora non posso entrare». Lo dice Giovanni Falconeri, 58 anni,marinaio sposato con due figli, che abita a Capo Scaletta dove comincia ilcomune che è stato semi distrutto dall'alluvione dell'altro ieri. «Non so doveandare - aggiunge con due sacchetti pieni di vestiti in mano. La notte scorsaho dormito da parenti ma nessuno mi dice cosa devo fare. La mia casa nel 2007era stata dichiarata inagibile. Il sindaco mi diceva che non c'erano soldi perfare i lavori. Era apposto con la sua coscienza ma ora ha i morti sulla coscienzaperché il disastro che è avvenuto era assolutamente prevedibile». Monito di Napolitano «O c'é un piano serio che piuttosto che in opere faraoniche investa sullasicurezza in questo paese o si potranno avere altre sciagure», ha detto ilpresidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito delle vittime delmaltempo nel messinese.Napolitano lo ha detto uscendo dagli uffici dellaRegione Basilicata, rispondendo alla domanda di un giornalista e dichiarandosid'accordo con le dichiarazioni del sottosegretario Guido Bertolaso («dice dellecose sacrosante») sull'esistenza di «un diffuso dissesto idrogeologico in granparte causato da abusivismo nel messinese e in tante altre parte d'Italia».