La guardia costiera si difende

Albina Perri

 «Diciassette degli extra-comunitari che occupavano la piccola imbarcazione, con apparentemente 20 persone a bordo, rovesciatasi in prossimità della nostra unità, sono stati salvati da uomini dell'equipaggio i quali, arischio della propria incolumità, si sono anche gettati in mare, e tre di loro sono anche stati proposti per riconoscimenti al valore». È quanto è costretto a specificare, in un comunicato, il Comado generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, in merito «alle notizie apparse su alcuni quotidiani nazionali relative a una operazione condotta nel giugno 2008 dalla Guardia Costiera nelle acque del Canale di Sicilia di giurisdizione maltese». Ricordando che, «Il soccorso in mare, come noto, è compito primario della Guardia Costiera», il Comando precisa ancora: «L'episodio citato riguarda un intervento di un nostro pattugliatore avvenuto nelle acque Sar (Search and Rescue) maltesi e coordinato dalle stesse autorità, a favore di un'imbarcazione in pericolo di perdersi nelle acque di giurisdizione di quell'isola, a circa 67 miglia SSW della stessa». Si precisa, infine -conclude il Comando- che è da tempo in corso un'indagine giudiziaria volta ad appurare la dinamica dei fatti e che tutti gli atti relativi sono stati posti a disposizione di tale Autorità.