Rivolta al carcere minorile
Sono le sette di sera dilunedì. Il carcere minorile di Nisida, un centro nel quale i ragazzi vengonosottoposti a un serio e coinvolgente programma di riabilitazione e direinserimento sociale, un vero fiore all’occhiello del sistema carcerarionazionale. F.N., 17enne napoletano figlio di un esponente della criminalitàorganizzata che è radicatissima a Ponticelli, e un compagno di cella coetaneo,un romeno, mettono a segno il loro piano assurdo. Cercano vendetta, e i loroobiettivi sono i due agenti di polizia penitenziaria la cui unica “colpa” restaquella di fare il proprio dovere. Non è ancora chiaro dove e come i dueragazzini si siano procurati i bastoni, ma quel che è certo è che dalle lorocelle escono improvvisamente alcune mazze di legno. I due giovani reclusi iniziano a picchiareselvaggiamente gli agenti che a loro modo di vedere applicavano alla lettera ilregolamento. Botte da orbi. Uno dei due secondini finisce a terra con il craniospaccato. F.N. e il complice, intanto, scappano verso le cucine delpenitenziario. Tentando di impossessarsi di alcuni coltelli a lama lunga.A Nisida si scatena improvvisamente il caos. I dueagenti feriti vengono soccorsi al San Paolo, per il primo la prognosi è di 35giorni, ha un trauma cranico e deve essere sottoposto a tac per sospettelesioni interne. Il secondo se la cava con una prognosi di 10 giorni. Intantoarrivano i rinforzi. Dopo un drammatico corpo a corpo ingaggiato dallapenitenziaria, F.N. e il complice romeno vengono immobilizzati. Se il loropiano fosse andato a termine, conferma il segretario regionale del Sappe,Emilio Fattorello, sarebbe stato un disastro. I due cercavano di favorire nonsolo la loro evasione, ma anche quella di altri ragazzi reclusi.