Alto adige, guerra dei cartelli

Albina Perri

La guerra dei toponimi non si ferma. E in Alto Adige si fa sempre più pesante. L'ultima fase è quella degli "scalpellatori": cittadini di etnia tedesca che di notte vanno a scalpellare via il nome italiano dai cartelli dei sentieri montani. E' accaduto vicino alla malga Obsell, sopra Vernurio in val Passiria. E l'opera di vandalismo "deve aver impegnato più persone contemporaneamente", dice Alessansdro Urzì, presidente del gruppo provinciale del Popolo della Libertà. "La vicenda colpisce profondamente perché si tratta di una azione non solo violenta sul piano ideologico ma anche fisico, un salto di qualità delle forze radicali che mirano alla cancellazione delle tracce della cultura e della lingua italiane dal nostro territorio -continua Urzì-. A questo punto è necessario cominciare a immaginare a forme di vigilanza adeguate sul territorio altoatesino per garantire che dove non arriva la mano delle associazioni, in presenza di segnaletica bilingue, agiscano gli irresponsabili armati di oggetti offensivi oggi nei confronti dei soli cartelli ma un domani non si sa. Questa evoluzione sta a dimostrare quanto irresponsabile sia stata la tolleranza che per troppo tempo è stata esercitata nei confronti dei sostenitori della pulizia linguistica…". La guerra dei cartelli era iniziata un mese fa, quando Bolzano ha deciso di sostituire la segnaletica di 60mila località, mettendo nuovi cartelli -cofinanziati dallo Stato italiano- solo in lingua tedesca. Durnwalder aveva risposto alle critiche dicendo che "la toponomastica italiana è una falsificazione fascista" e che non avrebbe per nulla al mondo risistemato i vecchi cartelli.