Pordenone, bufera sul 118
È bufera sulla sala operativa del 118 di Pordenone,inseguito alla denuncia sporta da una cittadina, presa in giro dall’operatoreche aveva contattato per chiedere aiuto. La sua richiesta di intervento,infatti, è stata scambiata per uno scherzo ‘dall’omino’ del 118, che si èdilungato oltremodo in sfottò senza inviare l’aiuto necessario. Lo riferisce ilGazzettino. Il tutto è accaduto all’alba di giovedì scorso quando verso le 4.20del mattino Giorgia Quarta, residente a Pordenone, chiama il 118 perché il suocompagno aveva in quel momento problemi cardiologici. «L’operatrice - si leggesulla lettera inviata dalla donna alla direzione dell’ospedale - dopo essersiinformata di come stavano le cose mi ha passato la guardia medica che a suovolta, vista la patologia, mi ha consigliato di richiamare il 118 perché era piùopportuna una visita al pronto soccorso». Nel frattempo era cambiato operatoree a rispondere questa volta era un uomo, il quale per diversi minuti ha messoin discussione quanto stava riferendo la donna, dubitando del fatto eironizzando sul problema sanitario e - a sentire il responsabile del 118 -senza una motivazione. Il tutto mentre dall’altra parte della cornetta c’erauna persona che stava male e che terminata l’odissea e finalmente arrivatoall’ospedale è stato ricoverato per due giorni in unità coronarica. «Quello che chiedo - scrive ancora la signora Quarta- è che venga preso un provvedimento nei confronti di questa persona e chequesto signore porga le dovute scuse al baldogiovane. Quanto ho scritto, visto che ritengo ci siano le registrazioni delletelefonate al 118, può essere confrontato con quanto registrato sul nastro». «Ora dobbiamo valutare perché sia accaduto tuttoquesto, parlare con l’interessato per capire il motivo del suo comportamento epoi – ha sottolineato del Santa Maria degli Angeli, Paolo Saltari - valutareche tipo di provvedimento adottare nei suoi confronti. In ogni caso ilresponsabile del 118 hagià ascoltato la telefonata e dalla registrazione è emerso che i fatti si sonosvolti come descritti dalla donna che ci ha comunicato il fatto con unalettera. Non possiamo che chiedere scusa».