La Gelmini scavalca il Tar
Il nuovo regolamento sulla scuola del ministro Maria Stella Gelmini, che rivaluta i prof di religione, li equiparati a tutti gli altri docenti, reintegrandoli di fatto nel corpo docenti (e reintegra l'ora di religione nelle scuole), e supera la sentenza del Tar del Lazio dello scorso 17 luglio, che estrometteva gli insegnanti di religione dagli scrutini nelle scuole,piace molto a mons. Fabiani, vescovo emerito di Imola e membro della Commissione Cei per l'educazione cattolica, la scuola e l'università. Il quale,in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica', afferma: "È una giusta decisione che tieneconto del valore culturale dell'insegnamento della religione cattolica. È un regolamento equilibrato libero da sentimenti laicistidi stampo ottocentesco che hanno ispirato recenti sentenze". La decisione del Tar suscitò la reazione della Gelmini, che annunciò ricorso al Consiglio di Stato contro questa decisione. L'intervento del ministro sotto forma di un nuovo regolamento di valutazione, diffuso ieri, ha suscitato dunque la soddisfazione dei vescovi. A tal proposito, osserva Monsignor Fabiani "è solo un provvedimento giusto, che premia l'insegnamento della religione, liberamente scelto nelle scuole italiane di ogni ordine e grado dal 91% degli studenti. Una materia che, attraverso la conoscenza delle nostre radici religose, valorizza la persona e il patrimonio culturale". Monsignor Fabiani risponde alle polemiche sollevate da coloro che ritengono che 'fare religione significhi 'fare catechesi' nelle scuole "non è così, il catechismo si fa nelle parrocchie, non a scuola. L'insegnamento della religione cattolica è un'opzione culturale doverosa per l'Italia, paese pieno di radici cristiane. La scuola non può ignorare ciò". Sulla decisione avanzata dal Tar del Lazio, osserva sempre il vescovo, "è un atteggiamento incomprensibile,laicista, che tenta di impedire alla Chiesa di poter offrire liberamente i suoi servizi. Ma la Chiesa va avanti, perchè come dimostra questo regolamento, alla fine la giustizia prevale sempre". Nuovo regolamento - Ilprof di religione vale esattamente quanto tutti gli altri insegnanti. Il chesignifica, in base al nuovo regolamento per la valutazione degli alunni che è statopubblicato oggi sulla gazzetta sotto forma di decreto del presidente dellaRepubblica (n. 122), che tutti i docenti concorrono in egual misura all’assegnazionedei crediti scolastici. Il testo entra in vigore oggi stesso. Rimangonoconfermate quasi del tutto le indicazioni contenute nella bozza iniziale: dallasufficienza in tutte le materie come ‘conditio sine qua non’ per l’ammissione all’esamedi terza media e alla maturità (dove invece durante gli ultimi scrutini erastata adottata la norma interlocutoria voluta dall’ex ministro Fioroni che perl’ammissione all’esame di Stato richiedeva solo la media del sei) all’equiparazionedei docenti di religione ai colleghi delle altre materie ai finidell’assegnazione dei crediti scolastici (la valutazione della materia continuaad essere espressa dagli insegnanti nominati dal vicariato "senza attribuzionedi voto numerico"). Non viene invece preso in considerazione il parerecontrario espresso in materia dal Tar del Lazio il 17 luglio scorso, secondo ilquale per non discriminare quel 10% scarso di allievi che non si avvale dellareligione, non bisognerebbe rendere utile la frequenza della materia ai finidell’assegnazione dei punti utili alla formulazione del voto di maturità. Ilnuovo regolamento prevede inoltre che nella determinazione delle valutazioni finaliagli esami di licenza media, dal 2009/2010 debba essere calcolata la mediaaritmetica dei voti conseguiti in tutte le prove d’esame oltre che il giudiziodi ammissione di esame. Rispetto alla prima versione del testo non c’è invecepiù traccia della parte che prevedeva l’assegnazione del voto numerico anchedurante le lezioni. Rimane in piedi invece il `voto’ numerico anche per lacertificazione delle competenze, in disaccordo con quanto avviene nell’Ue. Allesuperiori una novità importante, ma solo a riforma avvenuta, riguarderàl’obbligo da parte degli alunni, salvo situazioni particolari, di aver frequentatoalmeno i tre quarti delle lezioni: viene così introdotto, teoricamente apartire dal 2010/11, il concetto di frequenza obbligatoria sino ad oggiadottato solo nella primarie e durante lo scrutinio delle medie inferiori.