Arrivano i barcavelox
Non solo solo gli automobilisti a dover prestare particolare attenzione alle nuove norme che riguardano la viabilità, perché con l’estate 2009 è stata attuata la direttiva sulla sicurezza sull’acqua voluta dal ministero dei Trasporti. Nel nostro Paese sono ufficialmente sbarcati i barcavelox, sia in mare che sui laghi, come quello Maggiore, dove dal primo agosto è in servizio il sistema computerizzato di controllo della velocità dei natanti. Multe salate - I furbetti che pigiano troppo sull’acceleratore sono avvertiti: la squadra nautica della polizia provinciale di Varese si è dotata del “telelaser”, utile per il controllo della velocità dei motoscafi e per il monitoraggio delle coste, «con limiti indifferibili da rispettare assolutamente – conferma il comandante Lucio Semenzato - per garantire una corretta fruizione del lago». Da riva a 50 metri dalla costa si deve procedere solo con la marcia innestata a bassa velocità e sono consentite solo manovre d’approdo; da 50 a 150 metri dalla riva il limite sale a 10 nodi che diventano 27 solo oltre i 150 metri. E per chi dovesse essere sorpreso in flagranza la multa è di quelle salate: 172 euro. Non esiste, invece, un sistema di punti ancorato alla patente nautica che può essere ritirata solo in due casi: il pericolo evidente alla navigazione e la guida in stato d’ebbrezza. Duecentosessanta ore di navigazione, 70 controlli natanti, 15 contravvenzioni e altrettanti soccorsi di natanti in difficoltà: sono questi numeri che arrivano dal Varesotto, con quattro agenti operativi che sorvegliano le acque del lago verbano. Nei primi otto mesi del 2009 la Squadra nautica ha effettuato in tutto 170 giorni di servizio, aiutati da mezzi e apparecchiature come radio ricetrasmittenti multifrequenza, sistemi satellitari Gps, radar ed ecoscandaglio. «È una presenza strategica – spiega anche il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli -, rappresenta l’unico presidio di forze dell’ordine presenti lungo la sponda lombarda». Venezia e il progetto “argos” - Tecnologie e metodologie che a Venezia venivano già usate dal 2000, prima che l’anno scorso venisse inaugurato il sistema di monitoraggio sul Canal Grande “Argos”. I dati raccolti dalla polizia municipale veneziana confermano l’utilità della stretta sui trasgressori: in tutto il 2008, sono state accertate duemila violazioni dei limiti di velocità, mentre allo scorso 31 luglio i casi erano già 1.900. Il barcavelox, spiegano dalla Laguna, funziona esattamente come un autovelox, il nemico degli automobilisti: vengono scattate foto digitali per recuperare la targa dell’imbarcazione e si procede all’identificazione del trasgressore. Da quando “Argos” è attivo, si è registrata una impennata delle contravvenzioni di quasi il 100%. I pionieri di La Spezia - Ma a detenere il primato dell’utilizzo dei barcavelox è il comune di La Spezia, dove sono attivi dal 2007, come conferma il sindaco Massimo Federici: «L’acqua non è la strada - dichiara il primo cittadino spezzino -. È una iniziativa che ha pagato, soprattutto in momenti come questi, sovraffollati. Si vedono scene pazzesche, c’è gente che non ormeggia i mezzi, ma li parcheggia come fossero delle auto qualsiasi». Sulla costa ligure l’inasprimento dei controlli è dovuto inoltre alle numerose attività subacque e, non a caso, la normativa ministeriale prevede l’obbligo per chi si immerge di notte di usare un lampeggiante in superficie. Ma solo due giorni a Genova, Stefano Ferri, un idraulico di 38 anni con la passione della pesca sportiva in apnea, è rimasto travolto dal motore di una imbarcazione. Alessio Pagani e Dario Mazzocchi