Di Pietrio scrive a Napolitano

Silvia Tironi

"Gent.moPresidente, lo scorso 15 luglio Lei ha firmato e promulgato una legge inmateria di sicurezza che la maggioranza parlamentare, sotto la mannaia del votodi fiducia imposto dal Governo Berlusconi, aveva da poco approvato".Inizia così la lettera aperta che AntonioDi Pietro rivolge dal suo blog a GiorgioNapolitano, pregando inoltre il Capo dello Stato di rispondere "nelmerito, invece di offendermi anche Lei gratuitamente". Il leader Idv,nella sua lettera, riporta ampi stralci dei rilievi espressi dal Quirinale allalegge sulla sicurezza, cui contesta una serie di atti del Quirinale, come lacontrofirma del ddl sicurezza, del Lodo Alfano o la mancanza di iniziative dopola cena tra Berlusconi e due giudici costituzionali e rilancia la polemicasulla controfirma osservando che "a questo punto, qualsiasi personanormale si sarebbe aspettata che Lei, sig. Presidente, fosse conseguente con lepremesse e le considerazioni da Lei stesso espresse e applicasse l'art. 74della Costituzione che testualmente recita (e Lei lo sa bene!): (...) ilPresidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggiomotivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione (...). Insomma, a normadi legge costituzionale, poteva, e, secondo noi, doveva, non controfirmare népromulgare la legge ma rinviarla al Parlamento con le stesse identichemotivazioni con cui ha scritto la letterina di rimproverò al Capo del GovernoBerlusconi". Quindi Di Pietrorivolge alcune domande a Napolitano: “ Siccome però Lei conosce bene la Costituzione, Le chiedo: - è vero o no che vi è contraddizione evidente (perfino letterale) fra la“motivazione” ed il “dispositivo” del suo provvedimento (dice che la legge èsbagliata ma la controfirma lo stesso)? - è vero o no che, in questi casi, Lei ha il potere (e perfino il dovere, per usarele sue stesse parole) di non promulgare immediatamente la legge ma rinviarlaalle Camere, con un messaggio motivato (art. 74 Cost.)? - è vero o no che invece Lei non ha il dovere di inviare “messaggi” al Capo delGoverno (e nemmeno letterine a mo’ di rimprovero come “piume d’oca”)? - è vero o no che anche la legge sulle intercettazioni (e annesso bavaglioall’informazione) già approvata da un ramo del Parlamento è un’altra leggeincostituzionale e contraria ai principi generali dell’ordinamento? E, se èvero, perché Lei si è chiamato il Ministro della Giustizia per esprimergli leSue perplessità e non le ha esternate con un formale “messaggio” alle Camere(art. 87 Cost.) per far sapere anche a noi parlamentari eletti dal popolo lesue valutazioni? - è vero o no che anche sul Lodo Alfano (quella legge ad personam che Berlusconi siè fatta fare per non farsi processare) Lei ha usato il “guanto di velluto”firmando e promulgando una legge che ora ogni Tribunale d’Italia stacontestando come incostituzionale? – è vero o no che - nelle more delle decisioni della Corte costituzionale sulpredetto Lodo Alfano - lo stesso Presidente del Consiglio ed il Ministro dellaGiustizia hanno partecipato ad una “privatissima” cena proprio con due giudicidella Corte Costituzionale? E, se è vero, vuole spiegarci Sig. Presidente dellaRepubblica, come intende assicurare ai cittadini (ed a noi parlamentari che lirappresentiamo) che la Corte Costituzionale non sia stata compromessa da interventie condizionamenti esterni? La prego, sig. Presidente Napolitano, mirisponda nel merito, invece dioffendermi anche Lei gratuitamente. L’iniziativa del leader dell’Idv non piace aDaniele Capezzone, portavocePdl, secondo il quale “è un fatto di gravità inaudita che il signor Di Pietrocontinui a insolentire il Capo dello Stato. Non è ammissibile che un garantesuper partes come il Presidente Napolitano sia ogni giorno oggetto di attacchi,offese e insinuazioni da parte dell'Italia dei Valori. C'è da augurarsi -sostiene Capezzone - che il nuovo segretario del Pd, chiunque egli sia, abbiala forza e la visione necessari per compiere un atto politico di cui tuttidovremmo riconoscergli la positività: rompere l'alleanza con l'Idv”. La lettera di Di Pietro fa seguito alla manifestazione organizzata questa mattina davanti al Quirinale da una quarantina di dipietristi. capeggiati dal senatore Stefano Pedica, per invitare il presidente Napolitano a "rinviare la legge sulle intercettazioni per nonavere il Paese in mano ai piduisti", dice Di Pietro. Il corteo era stato bloccato dalle forze dell'ordine in via dellaDataria. Poi però i manifestanti hanno chiarito alle forze dell'ordinedi non voler alimentare una protesta, riuscendo così a salire fino alpiazzale antistante il Quirinale.