Omicidio Procacci,

Albina Perri

È il fratello Pasquale Procacci l'assassinio della ricca ereditiera Maria Teresa Procacci, trovata morta il 28 aprile in un'auto parcheggiata in viale Sarca, nella periferia Nord di Milano. È questa la tesi accusatoria degli uomini della squadra Mobile che hanno stretto le manette ai polsi dell'uomo. La donna era stata uccisa con un forte colpo alla testa e lasciata seminuda all'interno della sua auto parcheggiata lungo viale Sarca. Nei giorni scorsi l'uomo era stato inscritto nel registro degli indagati e da sempre le indagini avevano puntato sulla pista privata e sul movente economico. Era stato proprio il fratello, la mattina prima del ritrovamento, a denunciare la scomparsa della 69enne. A tradirlo sono state due distinte tracce di Dna isolate nell'auto della vittima e comparate dagli esperti della Scientifica con gli effetti personali, tra cui lo spazzolino da denti, prelevati a casa dell'arrestato. Ancora da accertare l'arma esatta, probabilmente un attrezzo da cantiere, con cui l'uomo avrebbe sfondato il cranio della sorella 69enne. È nel movente economico, dunque, una lite per il denaro degenerata che si nasonde la soluzione del caso. L'uomo avrebbe colpito la sorella e l'avrebbe finita a colpi sulla nuca e sul viso, davanti al condominio di via Lumière dove la ricca vedova si era trasferita da qualche mese. Alla ricostruzione mancano solo alcuni dettagli sull'orario e sugli spostamenti della Hyundai con cui sarebbe stato trasportato il corpo senza vita della donna fino a viale Sarca, quattro chilometri più in là. Elementi che non cambiano il quadro accusatorio e che hanno portato all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il 65enne non ha proferito parola quando gli agenti sono andati a prenderlo: ha preso qualche effetto personale e si è fatto portare a San Vittore.