Un dato allarmante

Italia, un suicidio ogni due giorni e mezzo

silvia belfanti

Un suicidio ogni due giorni e mezzo. Questo è il quadro drammatico fotografato da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Università degli Studi Link Campus University, che diffonde alcuni dati relativi al 2013: sono state 149 le persone che si sono tolte la vita. La maggior parte di loro ha voluto farla finita per motivi economici, perché non ce la faceva più, perché non arrivava a fine mese. Si tratta di quelle che vengono "archiviate" con la fredda dicitura di "vittime della crisi". La maggior parte di loro, circa la metà, erano imprenditori, il doppio rispetto al 2012. Proprio il 2012 fu l'anno in cui l'attenzione della stampa si era concentrata sui molteplici suicidi. Sconvolge, però, un dato: nel 2012 le "vittime della crisi" furono 89 (28 proprietari di aziende), ossia quasi la metà rispetto al 2013, un anno che si rivela così tristemente da record. I motivi - Da Sud a Nord, senza differenze geografiche, il numero dei suicidi per ragioni economiche è salito vertiginosamente e interessa strati sempre più ampi della popolazione. Da imprenditori che non riescono a pagare i dipendenti fino ai dipendenti stessi, che non percepiscono più uno stipendio o che, oppure, non riescono a stare dietro alle troppe tasse. Oppure non riescono a gestire la perdita del lavoro, e si tolgono la vita. Preoccupante e significativo anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 86 le persone che nel 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 72 uomini e 14 donne, contro i 48 casi complessivi registrati nel 2012. Cifre che fanno riflettere, cifre che dimostrano come la crisi, ormai, dura da troppo tempo, mentre la politica resta immobile, concentrata sui suoi bizantinismi di palazzo, incapace a trovare dei rimedi per contenere la disperazione di chi arriva anche a togliersi la vita.