Criminalità

Napoli, una tassa sui reatichi delinque deve risarcire il Comune

simone cerroni

Che Napoli sia una delle città più insicure d’Europa è indubbio. Basta aprire i giornali per vedere come la camorra e l’alto tasso di criminalità siano più citati delle bontà culinarie campane anche all’estero. Che tra la pizza e il mandolino la galoppante sensazione di disagio e paura tenga lontano turisti e investitori è altrettanto sicuro. Insomma una criminalità che oltre a far uscire spesso il morto offusca l’immagine internazionale della città. Ma da oggi, grazie ad una sentenza, chi lede l’immagine di Napoli pagherà in contanti, alla Regione Campania, alla Provincia e al Comune di Napoli per i danni provocati con le proprie malefatte all’immagine collettiva. Una sorta di tassa sui reati.  La sentenza -  Questo avverrà grazie alle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 18 novembre il giudice per le indagini preliminari della procura di Napoli, Francesco Cananzi, ha condannato per l’omicidio di Pasquale Romano detto Lino, 30 anni, operaio incensurato, ucciso il 15 ottobre 2012, un killer della camorra che sbagliò persona. Un caso che rimbalzo ben oltre i confini nazionali. “Napoli”, fu ribadito nel mondo, “è più che mai in balìa della cieca violenza di strada”. “L’omicidio di Lino Romano ha leso l’immagine di Napoli e della Regione Campania mettendo a repentaglio in modo esemplare lo sviluppo turistico e le attività produttive a esso collegate”. “L’interesse a una vita pacifica e serena per l’ordinato sviluppo delle relazioni commerciali, culturali e sociali - continua Cananzi nelle motivazioni - viene rappresentato, per la popolazione residente, dal Comune e dalla Regione che sono portatori di interessi collettivi, patrimoniali e non”. “Per questi votivi – prosegue la motivazione – i predetti enti territoriali sono da ritenere legittimati a ottenere il risarcimento del danno di una somma pari a 30 mila euro ciascuno”. Anche per l’associazione Polis, che tutela le vittime innocenti della criminalità, è stato riconosciuto il diritto all’indennizzo (10 mila euro) in quanto "con l’omicidio viene leso il diritto all’azione di promozione culturale a favore della legalità e della giustizia che è alla base dello statuto dell’associazione".