Toghe superstar
Processo Meredith, parla il giudice: "Ecco perché abbiamo condannato Amanda e Raffaele"
A volte, la giustizia italiana non è poi così lenta. Sono passate poco più di ventiquattro ore dal momento in cui Alessandro Nencini ha emesso la condanna a 25 e 28 anni di carcere per Amanda Konx e Raffaele Sollecito. nell'attesissimo processo d'Appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher. In questo breve tempo, però, il giudice della corte d'Appello di Firenze è riuscito a rilasciare ben due interviste. Le motivazioni del verdetto saranno pubblicate tra qualche settimana, ma basta sfogliare le pagine di qualche quotidiano per averne corpose anticipazioni. E tanti saluti alla riservatezza e alla moderazione. "Quella sera non avevano nulla da fare" - "Fino alle 8.15 Amanda doveva andare a lavorare da Lumumba, Raffaele alla stazione per un'amica. Poi la situazione è cambiata", ha rivelato al Messaggero. Poi, sulle pagine del Corriere della Sera, si lascia scucire anche qualche indiscrezione sul movente: "E' stata una cosa tra ragazzi, ci sono state coincidenze e su questo abbiamo sviluppato un ragionamento. Sono consapevole che sarà la parte più discutibile". Infine, un cenno sulla decisione unanime: "Ho parlato di decisione condivisa. Posso dire che in tutti questi mesi e in particolare al momento dell’ultima riunione abbiamo avvertito la gravità di una sentenza che coinvolge ragazzi persone giovani e intere famiglie. Questa è una vicenda che ha stravolto molte vite" Potere giudiziario e fascino mediatico - Un'altra toga cede alla tentazione esercitata dai media? Parrebbe di sì. Nencini, presidente della Corte d'Assise d'appello di Firenze, è in buona compagnia. Basta tornare alla cronaca giudiziaria dell'estate 2013, per trovare un altro giudice ansioso di parlare con la stampa: difficile dimenticare l'intervista rilasciata al Mattino dal magistrato Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Cassazione che ha confermato la condanna a 4 anni inflitta in Appello a Silvio Berlusconi nel processo sui diritti televisivi Mediaset. A causa di quei giudizi in libertà carpiti dal giornalista del Mattino, Esposito generò polemiche a non finire e diede un colpo durissimo alla credibilità della magistratura "imparziale e senza pregiudizi". Forse le parole di Nencini faranno meno rumore, ma anche in questo caso la moderazione non veste la toga.