Il caso
Il ministro marocchino: "Ruby era maggiorenne quando ha conosciuto Berlusconi"
Nuove rivelazioni nel processo Ruby potrebbero far cascare come un castello di carta la tesi accusatoria della procura di Milano contro Silvio Berlusconi. Secondo quanto racconta il ministro ministro della Funzione pubblica del Marocco, Mohamed Mobdii al giornale Al Akhbar, Karima El Mahroug era già maggiorenne quando, nel febbraio 2010, ha conosciuto l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il ministro del governo di Rabat così mette a rischio la sentenza con cui il tribunale di Milano ha deciso di condannare l'ex premier in primo grado a sette anni per prostituzione minorile. Ai tempi dei fatti, infatti, Ruby era maggiorenne. Mobdii, che è stato parlamentare nella zona di Al Fakih Bensalih, in cui è nata e in cui abitava la famiglia di Karima El Mahroug, ha affermato al quotidiano di essere stato "molto attento a conservare il file della sua nascita". "Avevo paura - ha aggiunto il titolare della Funzione pubblica - che venisse rubato o falsificato". La svolta - Mobdii ha, quindi, raccontato di aver ricevuto una comunicazione dal consolato marocchino a Milano in cui gli veniva chiesto di "spedire i documenti in una valigia diplomatica" affinché non venissero esposti a "una operazione di falsificazione". E così ora qualcuno già chiede alla procura di Milano di accertare la verità sulla data di nascita della marocchina. Souad Sbai, ex parlamentare Pdl e presidente dell’associazione Acmid Donna, ha immediatamente rivolto un appello alla procura di Milano affinché "intervenga per accertare la verità recuperando la documentazione originale e perchè ascolti il ministro marocchino". "È una notizia che non va nascosta sotto il tappeto - ha spiegato la Sbai - perché gli italiani vogliono conoscere la verità una volta per tutte su questa vicenda" . Il processo Ruby ora rischia di ribaltarsi a favore del Cav. Ma la procura risponde: "Non c'e nessun dubbio sul fatto che Ruby fosse minorenne nel febbraio 2010". "In ogni caso - spiegano le stesse fonti - noi il processo l’abbiamo fatto, ora sono questioni che riguardano eventualmente la Corte d’Appello".