Vergogna internazionale
Marò, l'India: "In due giorni decidiamo sulla pena di morte"
La situazione precipita. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò prigionieri in India dal febbraio del 2012 e che la politica italiana non è mai riuscita a portare a casa, ora rischiano di morire. "La decisione se applicare o meno la pena di morte sarà valutata dal governo indiano nel giro di due o tre giorni". Lo riferisce il ministro dell'Interno indiano, Sushil Kamar Shinde. Un repentino cambio di scenario: solo ieri, giovedì 9 gennaio, il ministro degli Esteri, Salman Khurshid, aveva escluso ancora una volta l'applicazione della pena capitale ai due militari italiani, accusati dell'omicidio di due pescatori. La legge - Già nella mattinata di oggi, venerdì 10 gennaio, alcune indiscrezioni di stampa provenienti dall'India avevano rilanciato la possibilità che per Giorne e Latorre fosse applicata la pena capitale. E' stato infatti raggiunto un accordo per dare alla Nia (la polizia investigativa indiana) il via libera per presentare le accuse ai sensi della sezione 3 del "Sua act", ha riferito un alto funzionario del governo rimasto anonimo. Dopo avere completato l'indagine sul caso, scrive il quotidiano l''Hindustan Times, la Nia ha invocato la sezione 3 della legge, in base alla quale un atto che provoca la morte di qualsiasi persona deve essere punito con la pena di morte. Ma, dal momento che il ministero degli Esteri indiano aveva garantito al governo di italiano che non avrebbe condannato i due marò alla pena di morte, la questione era rimasta in sospeso per più di un mese. Le parole del titolare degli Interni, però, ora cambiano lo scenario. Incubo pena capitale - La norma a cui la Nia potrebbe dare via libera, anche se a rigore si riferisce soltanto ad atti terroristici o di pirateria coinvolgenti navi battenti la bandiera indiana - come il battello a bordo del quale si trovavano i due pescatori il cui omicidio è attribuito appunto a Latorre e a Girone - potrebbe essere applicata anche a un atto che di terroristico non ha nulla. Stando ancora al giornale indiano Hindustan Time, la questione sarebbe rimasta finora irrisolta come riflesso delle garanzie in tale ultimo senso accordate dal capo della diplomazia di Delhi, che adesso sarebbe tuttavia giunto a un compromesso con i colleghi di gabinetto. A questo punto, conclude ancora il giornale citando quanto appreso in ambienti investigativi, il benestare per rinviare a giudizio i fucilieri di Marina italiani, per reati punibili con la pena di morte, potrebbe giungere alla Nia in qualsiasi momento.