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Coronavirus, italiani respinti alle Mauritius. A Lione bloccato il bus partito da Milano
Italiani trattati come appestati: le conseguenze del coronavirus e del contagio che ha colpito il Nord. Due casi, su tutti. Il primo riguarda un volo Alitalia con 200 persone a brodo, atterrato in mattinata a Mauritius, dove però le autorità, preoccupate dal focolaio che si è sviluppato nel Belpaese, hanno bloccato circa 40 persone provenienti da zone infette, ovvero Lombardia e Veneto. L'ingresso è stato consentito solo a quei viaggiatori che accettano un periodo di quarantena nell'ospedale della capitale. In caso contrario, devono rientrare in Italia.Su richiesta dei passeggeri in questione, in coordinamento con l'Unità di Crisi della Farnesina, Alitalia ne sta predisponendo il rientro immediato, nonostante nessuno di loro abbia dichiarato "sintomi di qualsivoglia malessere". Alitalia "ha immediatamente coinvolto le autorità competenti al fine di chiarire l'eventuale sussistenza di limitazioni alla mobilità dei cittadini italiani non sottoposti ad alcuna delle restrizioni vigenti". Leggi anche: Coronavirus, il sondaggio della Ghisleri ammazza-Conte Dunque il secondo caso, quello di un autobus fermato a Lione, in Francia, alla stazione della città. Un caso sospetto è stato infatti registrato in un Flixbus partito da Milano e arrivato alla stazione di Perrache. I servizi dell'Agenzia regionale della Sanità francese "stanno attualmente sul posto per valutare la situazione". Secondo Le Parisien, "i passeggeri del veicolo sono attualmente bloccati all'interno mentre i vigili del fuoco stanno assicurando la protezione dell'area". Uno dei passeggeri, riferisce ancora il quotidiano d’Oltrealpe, "presenterebbe dei sintomi sospetti del Covid-19 e si stanno procedendo a delle verifiche". Secondo quanto dichiarato dalla Direzione dipartimentale di pubblica sicurezza francese, le forze dell'ordine sono state avvisate da uno dei passeggeri che era preoccupato per la tosse definita "anormale e impressionante" del conducente del bus. La gendarmeria ha quindi contattato la Samu (Service d'aide médicale d'urgence, il servizio medico di urgenza) per impostare il protocollo appropriato.